di EZIO MAURO
Che cosa sta succedendo? Con una procedura d'allarme totalmente inconsueta in Occidente il Consiglio dei ministri all'unanimità ha denunciato ieri in un comunicato ufficiale "vicende delicate" che rivelano "strategie dirette a colpire l'immagine dell'Italia sulla scena internazionale".
Il riferimento è alle prossime rivelazioni di Wikileaks, allo scandalo Finmeccanica, alla "diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei". Quattro realtà che non hanno alcun legame tra di loro, ma che secondo il governo "impongono fermezza e determinazione per difendere l'immagine nazionale" e addirittura "la tutela degli interessi economici e politici del Paese".
È qualcosa di mai visto. Terrorizzato dall'idea che i documenti di Wikileaks svelino il reale giudizio di Washington su Berlusconi, e qualcosa di peggio sulle sue relazioni personali con qualche leader straniero, il governo evoca l'ultimo fantasma populista, il complotto internazionale, al quale mette in conto le sue deficienze più gravi - Napoli e Pompei - e la sua inquietudine più oscura, per lo scandalo Finmeccanica. Nell'ombra del comunicato, aleggia il non detto sull'eco internazionale dei riti berlusconiani di bunga bunga, e delle nipoti di Mubarak inventate per imbrogliare la questura di Milano.
È il ritorno della strategia della tensione, ad uso e consumo privato di un Premier spaventato che non esita a drammatizzare la sua crisi fino all'estremo, indebolendo ed esponendo gravemente l'Italia nella percezione delle cancellerie, dell'opinione internazionale, dei mercati. È un gesto pericoloso, che dimostra una totale mancanza di responsabilità. Ed è umiliante che nessun ministro abbia sentito il dovere di distinguersi, con un richiamo alla realtà.
Che cosa si aspetta ancora per formalizzare questa crisi ogni giorno più evidente, restituendo autonomia alla politica e sicurezza al Paese?
(27 novembre 2010)
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