sabato 4 dicembre 2010

Che c'azzeca Berlusconi con Gazprom?


Qual è la vera natura dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin? Si limitano a scambiarsi “doni sontuosi” o vanno oltre e aggiungono al rapporto d'amicizia anche quello di soci in affari?
Questa è la domanda che si pongono da anni le amministrazioni degli Stati uniti, come sappiamo grazie alle rivelazioni di Wikileaks che tutto sono tranne che vuoti pettegolezzi. Per questo noi dell'Italia dei Valori abbiamo chiesto che il Parlamento italiano indaghi per raggiungere una verità certa, ma senza risposta. Tutto ciò è assurdo e incomprensibile.

Mettiamo i fatti in fila. Berlusconi si vanta continuamente del suo rapporto privilegiato con Putin e per una volta non mente come al solito, ovvero mente a metà. Quel rapporto c'è davvero e i due compari le scelte più importanti le fanno da soli, a porte chiuse.

L'Eni, che è una società pubblica e non privata, ha concluso un accordo con la russa Gazprom in base al quale l'Italia acquista gas dalla Russia a un prezzo molto superiore di quello che avrebbe potuto pagare acquistando da altre fonti il metano. E' solo inettitudine o c'è qualcosa di più e di peggio? E ancora: la scelta dell'Eni è stata condizionata dalle pressioni del presidente del consiglio o no? Sono domande che toccano le tasche e gli interessi concreti di ciascun italiano, dal momento che le scelte dell'Eni le paghiamo tutti noi.

Non è finita. L'Eni sta costruendo insieme a Gazprom il gasdotto South Stream, che porterà il gas russo in Italia senza passare per l'Ucraina. Quel progetto miliardario di gasdotto è alternativo a quello su cui scommette l'Europa, impegnata a costruire un altro gasdotto, il “Nabucco”.
Secondo gli esperti, non sarà possibile realizzare tutti e due i gasdotti, perché i giacimenti di gas dell'Asia centrale non sarebbero sufficienti ad alimentare entrambi. Puntare su South Stream significa quindi affossare Nabucco, e
rendere l'intera Europa dipendente dalla fornitura di gas russo. Scegliendo di collaborare al gasdotto di Putin invece che a quello europeo, Berlusconi e l'Italia hanno dunque fatto un enorme favore a Putin.

Io mi domando, gli americani si domandano e credo che tutti gli italiani dovrebbero domandarsi: in cambio di cosa?

Il nostro presidente del consiglio non è solo un politico. E' prima di tutto un affarista dai grandi intrighi, ed è entrato in politica proprio per difendere il suo impero economico e se stesso dalle inchieste derivate da come aveva fatto sino a quel momento i suoi affari. Con il conflitto di interessi ci va a dormire la notte, quando finisce il festino di turno, e ci si sveglia la mattina. Davvero non è coinvolto personalmente in questo che è uno degli affari più ricchi che ci siano al mondo? E allora perché continua ad avvantaggiare la Russia contro quell'Europa di cui fa parte? Insomma, che c'azzeca Berlusconi con Gazprom?

Berlusconi, dalla Russia, ha garantito di non aver alcun interesse personale in questa faccenda e di aver pensato sempre e solo al bene dell'Italia. Tanto ci dovrebbe bastare: la sua parola, la parola di un bugiardo cronico che ha mentito a tutti e su tutto un'infinità di volte. Io dico che la sua parola e le sue garanzie al Parlamento italiano non possono bastare e che sugli affari italo-russi bisogna indagare sul serio. Presto e andando sino in fondo.

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