mercoledì 1 dicembre 2010

Dentro e fuori


di Antonio Padellaro

Dentro c’è un governo asserragliato nell’aula di Montecitorio per uno strano rito propiziatorio. Riesce a far votare una brutta legge sull’Università quando ha già un piede nella fossa. Anche se tra due settimane strappasse uno straccio di fiducia sarebbe un misero governicchio, tenuto in vita finché ai suoi nemici per la pelle, i finiani, starà bene così. Sarà un’agonia e forse non ci sarà il tempo per approvarla anche al Senato la brutta legge che porta la firma di un ministro, Gelmini, che non riuscì neppure a laurearsi decentemente.

Fuori ci sono gli studenti. Migliaia e migliaia in ogni città e in tutte le città. Li abbiamo visti in televisione e non avevano le facce dei “provocatori e dei massimalisti” (parole del povero Cicchitto sopravvissuto a se stesso). Sembravano ragazzi e ragazze come se ne vedono tanti, come i nostri figli o i nostri nipoti. A Roma marciavano verso il Palazzo del governo asserragliato cantando la loro rabbia.

Dentro c’è un mondo finito. Lo sanno anche Berlusconi e la sua corte. Volti grifagni e avvizziti resi maschere da un eccesso di coloranti. Eccoli che scappano e si nascondono dentro le berline lampeggianti sotto la pioggia. Resisteranno circondati da escort e ruffiani e faranno ancora danni. Ma il loro tempo è scaduto.

Fuori c’è una generazione a cui hanno detto: voi non contate niente. E se siete maschi trovatevi un padrino che vi protegga. E se siete femmine, e un po’ carine, trovatevi un marito ricco. Ieri, quei ragazzi gridavano: ci avete tolto il futuro ma ce lo riprenderemo. Sono saliti sui tetti nel gelo delle notti per annunciare: voi avete il potere ma noi siamo troppi e abbiamo vent’anni. E infatti ritorneranno. E saranno di più.

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