domenica 19 dicembre 2010

DIRNE UNA PER FARNE ARRABBIARE CENTO


Flop della proposta di Bersani, tutti scontenti

di Paola Zanca

Avanti così, fino alla prossima sconfitta. Il tentativo di sfiduciare Berlusconi in Parlamento è fallito, e a guardare questa opposizione in balia delle mosse di Casini, cresce il legittimo sospetto che potrebbe fallire anche quello nelle urne. Ieri, il segretario del Pd Bersani ha provato ad aggiustare il tiro, dopo che la sua apertura al Terzo polo il giorno prima aveva scatenato il terremoto tra i vecchi alleati, i militanti e anche alcuni pezzi di partito. Avverte gli “amici” di Facebook di mattina: comprate l'Unità, lì oggi spiego che vogliamo allearci “con chi vuole una nuova Italia” e che “il Pd non insegue nessuno”. “Chi parla di inseguimenti di Casini contro Vendo-la e di altri simili arzigogoli politicisti semplicemente non ha capito un tubo”, dice Bersani. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

REPETITA IUVANT, MA IL PROGRAMMA?

La proposta di una grande “alleanza democratica” Bersani l'aveva già fatta ad agosto. Il Polo della Nazione non era ancora nato ufficialmente, ma l'astensione di Udc, finiani e Mpa sulla mozione di sfiducia a Caliendo aveva già fatto intravedere la nascita del nuovo centro. Due giorni fa, dunque, Bersani ha ripetuto un concetto già chiaro: si vince tutti insieme. È che nel frattempo nel Pd il programma è rimasto fermo ai “titoli” che ha elencato ieri il segretario nell'intervista a Repubblica .

RICORDATE BOCCIA? OSSESSIONE CENTRO

“Le elezioni si vincono con le alleanze e non va trascurato l'appoggio dell'Udc”: lo diceva Massimo D'Alema a gennaio. Parlava di Francesco Boccia, il “suo” candidato alle primarie pugliesi. “Nel voto di domenica prossima in Puglia – lo sosteneva Enrico Letta – è in ballo la possibilità per il centrosinistra di fare le prove generali per l'alternativa a Berlusconi. Con la coalizione che si costruirebbe attorno a Boccia si pongono, a differenza di quanto accadrebbe con Vendola, le condizioni per vincere”. Finì con l'Udc che andò da sola. Boccia perse, Vendola vinse primarie ed elezioni.

NOI BALLIAMO DA SOLI (CON LA BINETTI)

Le intenzioni dei centristi non sono cambiate. Ancora ieri Casini diceva “noi balliamo da soli, abbiamo un’interlocuzione serena e seria sia con il Pdl che col Pd, ma riteniamo che all’Italia serva una nuova offerta politica e non strade già battute che si sono rivelate fallimentari”. Alle regionali sono quelli che hanno fatto la politica del “doppio forno”: alleati un po' di qua e un po' di là. Aspettarli decidere? Potrebbe essere troppo tardi. Post scriptum. Ricordate Paola Binetti? Il Pd ha appena smesso con i quotidiani “distinguo” dei teo-dem, sicuri di voler ricominciare?

VENDOLA AVANTI TUTTA (A MANI BASSE)

Nemmeno Vendola ha cambiato strategia. Incurante di chi fa finta che non esista, prosegue il suo tour elettorale. Ieri era nel Nord Est a dire che sarebbe meglio evitare che “la sinistra si consegni mani alzate” ai moderati. Ha lanciato il sito per la corsa a premier. Sinistra Ecologia e Libertà, dice Gennaro Migliore, consiglia di “evitare il logoramento su ipotesi che non esistono”. Il sì di Casini, appunto.

DI PIETRO: SCEGLIETE ULTIMATUM IL 23/12

Il giorno della direzione nazionale, mercoledì, l'Italia dei Valori si aspetta che i democratici decidano “una volta per tutte da che parte stare”. De Magistris chiede il “coraggio” di non farsi tentare da “soluzioni pasticciate e paludate”. Donadi invita Bersani a uscire “dalle secche di tatticismi e veti”. Se Di Pietro e i suoi erano in un momento di difficoltà, per le uscite di Scilipoti e Razzi che hanno votato la fiducia a Berlusconi, Bersani è riuscito in 24 ore a ridare loro il ruolo dell'antidoto agli inciuci.

I FINIANI NON CI STANNO. ALMENO CON L’IDV

Benedetto Della Vedova l'aveva già detto. Ieri lo ha ribadito il “duro e puro” Italo Bocchino: “Non ci alleiamo con la sinistra”. L'unico percorso possibile lo spiega il Secolo d'Italia nella sua lettura della proposta del segretario Pd: “Bersani apre al Terzo polo e molla l'Idv”. Ma che la proposta non abbia fatto breccia, lo capisci dal sito di Fare Futuro, culla della riflessione interna al partito. Sulla proposta di Bersani, nel web magazine, non c’è neanche una riga. Colpo di grazia per gli “ex missini”, il riferimento che ieri il capogruppo Franceschini ha fatto al secondo dopoguerra: “I nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano ‘sei per la monarchia o per la Repubblica?’. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo”.

LA FURIA SUL WEB (E AL NAZARENO)

I militanti gliel'hanno spiegato ieri su Facebook: “Ma siamo matti?”. Ma anche dentro il partito non tutti l'hanno presa bene. Secondo La Stampa, la minoranza interna (Fioroni in testa) avrebbe già commissionato un sondaggio per capire se esiste lo spazio per un nuovo partito “a vocazione maggioritaria”. Il Pd di Veltroni, per intenderci. I rottamatori parlano di “autoscissione”, quella che Bersani avrebbe fatto aprendo al Terzo polo. Beato Enrico Letta, vicesegretario, che ieri ha trovato il coraggio di pensare ai problemi del Milan: “Cassano – ha detto – porterà casino”.

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