martedì 28 dicembre 2010

“E adesso la Marcegaglia batta un colpo”


“È un po’ come avere due presidenti della Repubblica, bisogna scegliere, non possono convivere due leggi opposte, due sistemi diversi”. L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, Partito democratico, spiega che, per come è scritto, l’accordo su Mirafiori rischia di cancellare le regole in vigore fino a oggi, a cominciare dall’accordo del 1993 sulla rappresentanza sindacale.

Onorevole Damiano, l’intesa su Mirafiori è un bis di Pomigliano?

C’è una novità importante: i sindacati che hanno firmato hanno una rappresentanza, chi non ha firmato resta fuori dagli stabilimenti. Il primo accordo separato in Fiat risale al 1988, ma l’azienda non si era mai neppure sognata di escludere chi era in disaccordo.

E quali sono gli effetti immediati?

Che la Fiom, non essendo firmataria dell’ultimo contratto nazionale, quello del 2009, e neanche di quello aziendale, si trova esclusa da tutto. Bisogna chiarire se per le aziende italiane vale ancora il modello del 1993 che prevede siano rappresentate anche le organizzazioni che non firmano l’accordo oppure se siamo in un contesto diverso.

Chi deve rispondere?

Le associazioni firmatarie dell’accordo del 1993. La posizione della Cgil e della Fiom è chiara, ovviamente. Ma ci sono anche Cisl e Uil, e la Confindustria con Emma Marcegaglia dovrebbe battere un colpo.

L’ipotesi del contratto del settore auto, che sarebbe comunque un contratto nazionale, potrebbe limitare i danni?

Se il contratto auto recepirà i contenuti delle intese su Mirafiori e Pomigliano, avrà la rappresentanza soltanto chi firma. E quindi la Fiom, che non firmerebbe il contratto nazionale auto, sarebbe comunque esclusa da tutto.

Ormai il potere contrattuale sembra tutto nelle mani di Marchionne.

Senza dubbio, ma se Marchionne sbatte la porta e lascia Confindustria, si applica solo la legge, cioè lo Statuto dei lavoratori. E questo avrebbe conseguenze molto gravi sul sistema delle relazioni industriali.

Tanto da rimettere in discussione un diritto costituzionale come quello allo sciopero?

Qui ci sono due tesi, relative alle intese su Mirafiori e Pomigliano. C’è chi, come il senatore Pietro Ichino, dice che i diritti costituzionali non vengono lesi dall’accordo e chi denuncia l’introduzione dell’automatismo “se scioperi ti licenzio”.

E chi ha ragione?

Mi limito a segnalare un’ambiguità. La Fiat dovrebbe chiarire se le sanzioni, fino al licenziamento, riguardano chi sciopera contro i turni comandati al sabato che vengono introdotti o se si riferisce invece a un qualsiasi sciopero aziendale. Se la licenziabilità è collegata automaticamente a una violazione anche parziale dell’accordo mi sembra che siamo al di là del lecito.

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