“È un po’ come avere due presidenti della Repubblica, bisogna scegliere, non possono convivere due leggi opposte, due sistemi diversi”. L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, Partito democratico, spiega che, per come è scritto, l’accordo su Mirafiori rischia di cancellare le regole in vigore fino a oggi, a cominciare dall’accordo del 1993 sulla rappresentanza sindacale.
Onorevole Damiano, l’intesa su Mirafiori è un bis di Pomigliano?
C’è una novità importante: i sindacati che hanno firmato hanno una rappresentanza, chi non ha firmato resta fuori dagli stabilimenti. Il primo accordo separato in Fiat risale al 1988, ma l’azienda non si era mai neppure sognata di escludere chi era in disaccordo.
E quali sono gli effetti immediati?
Che
Chi deve rispondere?
Le associazioni firmatarie dell’accordo del 1993. La posizione della Cgil e della Fiom è chiara, ovviamente. Ma ci sono anche Cisl e Uil, e
L’ipotesi del contratto del settore auto, che sarebbe comunque un contratto nazionale, potrebbe limitare i danni?
Se il contratto auto recepirà i contenuti delle intese su Mirafiori e Pomigliano, avrà la rappresentanza soltanto chi firma. E quindi
Ormai il potere contrattuale sembra tutto nelle mani di Marchionne.
Senza dubbio, ma se Marchionne sbatte la porta e lascia Confindustria, si applica solo la legge, cioè lo Statuto dei lavoratori. E questo avrebbe conseguenze molto gravi sul sistema delle relazioni industriali.
Tanto da rimettere in discussione un diritto costituzionale come quello allo sciopero?
Qui ci sono due tesi, relative alle intese su Mirafiori e Pomigliano. C’è chi, come il senatore Pietro Ichino, dice che i diritti costituzionali non vengono lesi dall’accordo e chi denuncia l’introduzione dell’automatismo “se scioperi ti licenzio”.
E chi ha ragione?
Mi limito a segnalare un’ambiguità.
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