di Marco Travaglio
Barbara Spinelli ha scritto su Repubblica un commento di esemplare lucidità sulla vittoria di Pirro berlusconiana del 14 dicembre. Colpa delle opposizioni che “hanno interiorizzato l’accusa di tradimento e
non se la sono sentita di dar vita, guardando lontano, a un’alleanza parlamentare diversa” e “hanno ignorato l’art. 67 della Costituzione: ogni deputato è libero da vincoli di mandato”.
Insomma han seguitato a parlare e pensare col vocabolario e la grammatica berlusconiani, gli unici luoghi dove si demonizza il concetto di “ribaltone”, da sempre consentito da ogni Costituzione democratica. E così, anziché pensare a un “Comitato di liberazione nazionale” dal Caimano, non han saputo proporre un’alternativa credibile: l’unica che, alle elezioni, può risparmiarci il ritorno dei morti viventi (il quarto).
A ciò si aggiunge “il mese in più concesso da Napolitano”, usato da B. per “compravendite che prefigurano reati, mentre le opposizioni l’hanno sprecato senza neanche denunciare i reati (escluso Di Pietro)”, immemori della lezione di Machiavelli: i nemici vanno “o vezzeggiati o spenti”. Ma spenti subito, la notte stessa, non un mese dopo averli avvertiti.
L’articolo ha mandato in bestia il più ringhioso custode della cassaforte berlusconiana, da cui attinge a piene mani e piena panza da vent’anni: Giuliano Ferrara. Che ieri, sul Foglio, s’è scagliato contro
L’articolo ferraresco è interessante non tanto per la diffusione (Il Foglio è ufficialmente in clandestinità), quanto per il nervosismo che denota: nella Banda B si teme che
Ferrara definisce
Secondo Ferrara, poi, il mese in più concesso da Napolitano a Mediashopping sarebbe giustificato dall’urgenza di “approvare la legge di stabilità in un clima da bancarotta degli stati”: in realtà si poteva benissimo sfiduciare il governo a novembre, quando fu annunciata la mozione di sfiducia, aggiungendole un codicillo con la garanzia che la manovra sarebbe stata approvata comunque.
Infine Ferrara sostiene, con grave sprezzo del ridicolo, che chi teme una vittoria elettorale di B. dimostra come il suo padrone conservi “il dominio pieno e incontrollato sulla coscienza civile diffusa della maggioranza effettiva degli italiani” a dispetto della “nota lobby” degli “italiani di minoranza”.
Questo signore non conosce nemmeno i fondamentali dell’aritmetica: un conto sono i numeri in Parlamento, dopati dal mega-premio di maggioranza garantito alla coalizione che arrivi prima e superi il 35% dei voti; un altro sono i numeri del Paese, dove
Nel 2008 il Pdl, con dentro i finiani, prese il 37,4% dei voti validi (circa il 60% degli aventi diritto), cioè poco più del 20% degli italiani maggiorenni. Meno del 30, sommando pure
1 commento:
BARBARA SPINELLI E MARCO TRAVAGLIO SARANNO ASCOLTATI? NEANCHE PER SOGNO, VEDRETE.
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