lunedì 20 dicembre 2010

Gasparri propone arresti preventivi Le opposizioni: "Annuncio di fascismo"


"Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara, qui ci vuole un 7 aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 in cui furono arrestati tanti capi dell'estrema sinistra collusi con il terrorismo". Così il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, in merito alle polemiche seguite alla scarcerazione dei ragazzi fermati lo scorso 14 dicembre durante gli scontri a Roma. Il 7 aprile del 1979 (e non del 1978, come erroneamente afferma Gasparri) fu il giorno in cui, con un'enorme retata, le forze dell'ordine arrestarono diverse persone, prevalentemente legate a Autonomia operaia, accusate a vario titolo di appartenere alle frange dell'eversione. Fra gli arrestati c'era anche Toni Negri, sospettato di essere il capo delle Brigate rosse.

"Qui - osserva Gasparri - serve una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c'è dietro la violenza scoppiata a Roma. Tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti città per città. La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie". "Per non far vivere all'Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza. Chi protesta in modo pacifico e democratico - conclude Gasparri - va diviso dai vasti gruppi di violenti criminali che costellano l'area della sinistra. Solo un deciso intervento può difendere l'Italia".

L'uscita di Gasparri non trova sponde neppure all'interno del governo. "Non credo proprio che invochi leggi speciali - dice Ignazio La Russa, ministro della Difesa - Bastano le leggi che ci sono, basta solo farle rispettare".

Il presidente del Senato, Renato Schifani, condannando ogni forma di protesta violenta, preferisce lanciare un appello agli studenti. "Mi auguro - dice parlando a margine del concerto di Natale a Palazzo Madama - che le proteste, se ci saranno, si svolgano in piena democrazia, nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti. Quando invece la protesta diventa violenza, come quella cui abbiamo assistito giorni fa, ogni forza politica e ogni istituzione deve deprecare senza se e senza ma ogni gesto che vada al di là della normalità democratica". Quanto all'approvazione definitiva del ddl Gelmini, con voto entro mercoledì a Palazzo Madama, Schifani prevede "giorni difficili, quelli che vivremo al Senato ma sono convinto che all'interno dell'aula vi sarà grande senso di responsabilità se pur nel rispetto delle dialettiche. Mi auguro che altrettanto facciano i giovani che andranno a protestare: ne hanno diritto, ma lo facciano con compostezza e nel rispetto delle regole".

Le parole di Gasparri provocano la dura reazione del Pd. "E' un irresponsabile che gioca con il fuoco. A fronte di un malessere sociale che necessiterebbe risposte politiche, la destra sa offrire assurde ricette poliziesche", afferma Andrea Orlando, responsabile giustizia dei democratici. "La proposta di Gasparri, a parte il trascurabile fatto che è contraria alla nostra Costituzione come il 'garantista' (per Dell'Utri e Cosentino) Gasparri dovrebbe sapere, avrà come effetto qello di far diventare agli occhi di un'intera generazione degli eroi, vittime della repressione, gli esponenti delle frange violente. Noi riteniamo che la polizia e la magistratura abbiano gli strumenti e le professionalità per fronteggiare i pericolosi fenomeni di violenza, che la politica e le forze sociali devono saper isolare senza l'esigenza di mettere in campo rigurgiti di stampo fascista".

"E' grave - commenta in una nota Walter Veltroni - che anche nel mondo politico ci sia chi, penso a Gasparri, sembra voler esasperare il clima. Io credo che compito di chi ha a cuore gli interessi della democrazia e la sicurezza dei cittadini sia esattamente inverso. Per questo propongono che il prefetto convochi i responsabili dell'ordine pubblici e gli studenti, per fare in modo che le manifestazioni legittimamente convocate si svolgano in un clima civile, isolando provocatori e violenti". "Sarebbe bello e opportuno - propone Veltroni - che venissero convocati anche i rappresentanti dei sindacati di polizia, perché non può non esservi solidarietà tra i giovani
che difendono l'università e rivendicano il loro futuro e quegli altri giovani che, con la divisa addosso e per poche centinaia di euro, difendono le istituzioni e la sicurezza dei cittadini".

"Sono parole pericolose. Se Gasparri conosce nomi e cognomi li faccia. Sennò lasci lavorare e rispetti le autorità competenti senza avvelenare il clima con dichiarazioni provocatorie e parafasciste" dice Anna Finocchiaro.

Intervenendo a "Che tempo che fa", spiega invece di avere l'abitudine di non commentare le affermazioni di Gasparri il presidente del Copasir Massimo D'Alema, che però puntualizza: "E' sbagliato che il governo non apra un dialogo con gli studenti, sarebbe un modo per isolare violenza". E poi aggiunge: "L'interesse alla violenza è un interesse dei gruppi violenti, ma potrebbe diventare anche un modo di chi è al potere di rafforzare il proprio potere".

Lapidario il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: "Gasparri fascista era e fascista è rimasto". "L'arresto preventivo è annuncio di fascismo - rincara la dose Nichi Vendola - Gasparri all'età di questi ragazzini aveva l'attitudine alla violenza teppistica. Questo Parlamento non può salire in cattedra contro la violenza. Il movimento ascolti invece le parole di Roberto Saviano". Controreplica di Gasparri: "Dice sciocchezze e protegge i violenti. Lo denuncio". Contro il capogruppo del Pdl si scaglia anche l'Idv: "Gasparri è un pericoloso provocatore", afferma Massimo Donadi.

"E' inevitabile che il pensiero corra ai metodi delle dittature latinoamericane e al riproporsi di una cultura del ventennio e accolgo l'appello per cercare di rasserenare il clima ed isolare chi si augura, come Maurizio Gasparri, che alla manifestazione di martedì ci siano scontri" afferma in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.

Su Repubblica la reazione di Roberto Saviano - che dopo gli scontri scorsi aveva avviato un serrato dibattito con gli studenti sul quotidiano e su sito. "Le ricette del Governo contro i manifestanti sono follie autoritarie" dice lo scrittore in un audio su Repubblica.it. "Vogliono risolvere la questione - prosegue - come un problema di forza da affrontare senza dare risposte, ma solo repressione. La piazza non è uno stadio, nè i cittadini sono ultras scalmanati da reprimere". "Il governo deve ascoltare le ragioni dei precari e degli studenti e a quelle ragioni dare risposta". "La violenza, che oscura e danneggia gli obiettivi di questo movimento va disarmata e non alimentata come succederebbe invece proponendo arresti preventivi e anticostituzionali e zone rosse rese più rigide a mò di provocazione". Saviano chiude il suo appello difendendo gli sforzi della polizia su cui la politica tenta di scaricare la responsabilità della gestione del problema.

(19 dicembre 2010)

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