di Marco Travaglio
Secondo calcoli de
Questo maratoneta dell’esternazione, che ha sempre una parola inutile o sbagliata su ogni argomento dello scibile umano, è un fenomeno della natura. Un altro, sottoposto a cotanto sforzo, manifesterebbe sintomi più che comprensibili, quali secchezza delle fauci, salivazione azzerata, deficit respiratori, asincronicità fra la lingua e l’eventuale cervello. Lui no.
Diversamente dalle pizzerie, che ogni tanto chiudono per riposo settimanale, non si ferma mai. Pare che, per un difetto congenito dovuto all’avarizia di madre natura, non riesca a chiudere la bocca, infatti non c’è fotografia che gliela immortali serrata, o quantomeno socchiusa. Avendola sempre aperta, deve pur farne uscire qualcosa.
Totò diceva: “Quando vedo un buco, io entro”.
Lui, invece, emette. Flatula. La sua voce, visto l’abuso che ne fa il titolare, è ormai per le famiglie italiane un rumore di fondo, un ronzio indistinto che promana non-stop a reti unificate. Solo di tanto in tanto, quando qualcuno si sofferma a distinguere le parole, ci si rende conto di quel che riesce a dire. Il che accade specialmente quando le vuvuzelas gasparriane tracimano oltre i confini patrii e fanno danni all’estero.
Tipo quando il nostro salutò l’elezione di Obama: “Con Obama alla Casa Bianca, al Qaeda è più contenta”. Notevole anche l’omaggio alla cultura: “Meglio Mike Bongiorno, senatore a vita che Mario Luzi, della cui nomina mi vergogno”. Indimenticabile il tributo a uno dei più noti giornalisti italiani: “Biagi è come il confetto Falqui”. Celebre il suo contributo alle pari opportunità: “La presenza di gay travestiti in tv danneggia l’immagine della categoria”.
A questo proposito, dopo il caso Marrazzo si scatenò la caccia a un altro politico frequentatore di trans (graziosamente ribattezzato nell’ambiente “chiappe d'oro”): Gasparri saltò su all’improvviso e tenne a far sapere al Giornale che circolavano “voci di uno squallore vergognoso” sul suo conto. Tutto per uno spiacevole equivoco: nel ‘96 l’ex ministro stava recandosi al circolo del Polo ai Parioli per una serata con moglie e amici, quando inspiegabilmente, solo alla guida della sua auto, “sbagliò strada e fu fermato dai carabinieri in una zona dove i transessuali sono soliti prostituirsi, tra i viali dell’Acqua Acetosa. I carabinieri, insospettiti dall’andatura a singhiozzo, lo fecero accostare. Ma lui procedeva a singhiozzo perché stava cercando il circolo del Polo”, che avevate capito.
L’altro giorno Gasparri ha voluto contribuire alla serenità del clima politico proponendo “un nuovo 7 aprile: mi riferisco al giorno del
A parte il fatto che il 7 aprile della retata nell’Autonomia è quello del 1979, al Gasparri sfugge che allora furono arrestate persone accusate di reati già commessi, non ancora da commettere. Ma queste sono sottigliezze troppo fini per un Gasparri. Che infatti, l’indomani, ha invitato i genitori a tenere i figli a casa perché “le manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini”. Cioè: lui, come Giovanna d’Arco, sente le voci; queste gli annunciano che Tizio ammazzerà qualcuno; ergo Tizio va subito arrestato. Se poi Tizio non aveva alcuna intenzione di ammazzare, pazienza: conta il pensiero (di Gasparri). Teoria interessante, soprattutto per gli sviluppi cui si presta.
Siccome il Gasparri, da un momento all’altro, potrebbe sparare una cazzata, chiudiamolo in casa a vita: così, se poi ne spara una, nessuno lo sente.
2 commenti:
ti rendi conto hanno paragonato un cane ad un epilettico sono da denuncia secondo me !!
HAI PIENAMENTE RAGIONE.
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