Dopo la vittoria risicata di ieri, per il presidente del Consiglio ora l'imperativo è allargare la maggioranza. Ed è lo stesso Berlusconi a spiegare che bisogna partire - più che da un formale allargamento all'Udc - da «singoli deputati che militano nei partiti di cui non condividono più la linea».
I voti, avverte ringalluzzito il Cavaliere dai microfoni di "Mattino Cinque", «già ieri sera erano di più, molti avevano già offerto la loro collaborazione». «In tanti si sono resi conto che l’opposizione è pregiudiziale: tutti quelli che non vogliono giocare allo sfascio ne sono consapevoli». Poi l'esplicito riferimento a Fli: «Tra questi, alcuni sono già venuti da noi. Diversi che hanno pagato il loro debito di riconoscenza a Fini e sentono innaturale la loro permanenza in Fli».
Intanto finiani e centristi replicano al premier ufficializzando la nascita del terzo Polo e sperando così di arginare l'emorragia di deputati richiamati dalle sirene berlusconiane. «Da oggi queste forze si uniscono in un unico polo», ha detto Adolfo Urso annunciando fin da subito un’azione comune di Fli, Udc, Api e Mpa. «Da domani agiremo insieme in Parlamento e nel Paese», ha aggiunto, «terremo un comportamento lineare e responsabile, e valuteremo i provvedimenti del Governo senza pregiudizi». Quanto all’ipotesi di un gruppo unico in Parlamento, Urso ha frenato: «Non tutto in un giorno...», ha spiegato.
Ma mentre Berlusconi, Fini affila le armi in vista della ripresa dei lavori alla Camera. Nel pomeriggio il presidente della Camera incontrerà Rutelli e Casini, per fare il punto dopo la batosta di ieri. L'intenzione di Fli, dopo la bocciatura della sfiducia, è quella di andare a una sorta di "Vietnam" parlamentare, imboscate e trappole per dimostrare che senza i loro voti una maggioranza non esiste. Le occasioni non mancheranno, e anzi, ce ne saranno diverse sin dai prossimi giorni. La conferenza dei capigruppo ha confermato il calendario dei lavori dell’Assemblea per la prossima settimana.
All’ordine del giorno ci sono dunque il Dl rifiuti, su cui le votazioni iniziano oggi pomeriggio, la proposta di legge per l’incentivazione della libera imprenditorialità e a seguire le mozioni di sfiducia al ministro Calderoli, sulla Rai, sul fisco presentata da Bersani, sulla soppressione delle province e, infine, sulla sfiducia al ministro Bondi. Realisticamente non tutto potrà essere votato entro Natale e dunque il Pd ha chiesto che la mozione Bersani sia sicuramente calendarizzata tra le prime. La sfiducia a Bondi potrebbe dunque slittare a gennaio. Le tappe più insidiose per il premier sono il decreto legge sui rifiuti, le mozioni di sfiducia contro i due ministri, la riforma Gelmini dell’Università, la mozione Fli sul pluralismo in Rai. Anche perché andare subito dopo la vittoria di ieri mangerebbe una bella fetta del capitale politico conquistato da Pdl e Lega.
Secondo il presidente della Cei Bagnasco, il voto di ieri in Parlamento ha espresso «un desiderio di governabilità in modo chiaro e democratico». Mentri di elezioni ha parlato stamane il segretario Pd Pier Luigi Bersani, secondo cui i deputati eletti con il centrosinistra passati ieri con Berlusconi «hanno accelerato il cammino verso le urne». «Berlusconi è uno che non scherza - ha aggiunto - , che non si ferma davanti a nulla: ieri abbiamo visto cose invereconde». Il segretario del Pd ha espresso «preoccupazione» per il fatto che quanto avvenuto ieri in Parlamento «aumenta il distacco tra la politica e la percezione della gente comune. Questa - ha aggiunto - è la cosa più devastante». Secondo il leader Pd, «alla Camera il governo non ha la maggioranza dei voti, si tratta di una operazione di sopravvivenza, di un capo del governo che aggira il tema politico raccattando, comprando un voto qui e la -ha proseguito Bersani-. Mi chiedo cosa c’è da aspettarsi da un vivacchiamento che non porta a nessuna decisione utile». «C’è una situazione che ci fa dire che non abbiamo un governo, di questo bisogna prendere atto. Noi abbiamo un’altra proposta che consentirebbe di modificare una legge elettorale impraticabile. In ogni caso, del voto noi non abbiamo paura. I conti li facciamo sul serio in quel caso».
mercoledì 15 dicembre 2010
In Aula governo a rischio imboscate Berlusconi chiama i "deputati delusi"
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2 commenti:
E MENO MALE CHE C'è QUALCHE ANIMA DALLA PARTE MIA ORA SU LIBERTà DI PAROLA PARLERò SOLO DI POLITICA QUELLA CHE SMUEVE LE PERSONE !!!!!CIAO E NOTTE!
ECCELLENTE PROPONIMENTO. CIAO. BUONA NOTTE.
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