sabato 11 dicembre 2010

LEGITTIMO RINVIO


La Consulta fa slittare l’ultima legge ad personam
De Siervo nuovo presidente (per un voto)

di Antonella Mascali

La Corte costituzionale ha ceduto alla realpolitik. Ha deciso di rinviare a gennaio non solo la sentenza sul legittimo impedimento “ad premier e ministri” ma anche la discussione pubblica, perché “il clima politico è surriscaldato”. Sulla Consulta ci sono pressioni perché resti ferma fino alla definizione della situazione politica.

In piena crisi di maggioranza e con manovre in corso per evitare il voto anticipato, gli alti giudici non devono “turbare” l’inquilino di Palazzo Chigi. Se perdesse lo scudo processuale, tornerebbe a essere un imputato contumace. Non mancano anche i messaggi velati perché questa volta, dovendo decidere su una legge a tempo, si adegui alla “volontà parlamentare” . Emblematica l’elezione a presidente di Ugo De Siervo, indicato nel 2002 dal centrosinistra. Ieri è avvenuta con un solo voto di scarto, eppure fino a qualche giorno fa era data per automatica, secondo la prassi consolidata dell’anzianità di carica. Invece ci sono volute tre votazioni perché De Siervo fosse eletto.

Il suo contendente, Alfonso Quaranta, ha avuto sette preferenze, contro le otto del neoeletto.

Insomma alla Corte c’è stato un tentativo di togliere la presidenza a un giudice “comunista”, secondo il Berlusconi pensiero, per darla a un giudice molto stimato dal centrodestra. Quaranta, ex capo di gabinetto del ministro pluri inquisito Remo Gaspari e con un figlio, Alessio, nominato all’Enac, a giugno 2009 dalla Presidenza del Consiglio, se ce l’avesse fatta, avrebbe scavalcato in un colpo solo tre colleghi: De Siervo, Paolo Maddalena e Alfio Finocchiaro.

Tensioni interne e clima oppressivo

IL NEOPRESIDENTE cerca di minimizzare la spaccatura dentro la Corte, ma è evidente che la votazione di ieri è il risultato del conflitto che c’è dentro al Palazzo della Consulta sul legittimo impedimento ad hoc. Secondo quanto risulta al Fatto, ci sono giudici che starebbero spingendo per una conferma del salvacondotto “ad premier”, appellandosi alla temporaneità della legge. Il legittimo impedimento ad hoc, infatti, scade naturalmente nell’ottobre 2011. Facile pensare che tra i sostenitori della norma approvata per Berlusconi ci siano i giudici Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, a cena con il premier nel maggio 2009, nonostante a ottobre dovessero pronunciarsi sul lodo Alfano, ma a sostenere questa posizione ci sono giudici che in questo momento “sentono sulle spalle il peso della Repubblica”.

E lo stesso De Siervo rilascia dichiarazioni che suonano come un’ammissione di un clima oppressivo attorno e dentro la Consulta: “Con l'udienza pubblica rinviata probabilmente all'11 gennaio, avviciniamo il momento della decisione a quello dell’oralità e ci allontaniamo dal clima politico surriscaldato”. Poi, riferendosi alle ripetute accuse di Berlusconi, De Siervo dichiara: “È inaccettabile, oltre che sbagliato e particolarmente offensivo” dire che la Corte costituzionale “abbia orientamenti precostituiti. Noi giuriamo di essere fedeli alla Costituzione e la prima fedeltà è quella di essere imparziali”. Poi pronuncia alcune frasi che la dicono lunga rispetto ai tentativi di ingerenza sulla Corte, non ultimo quello, fallito, della P3 a favore del loro Alfano: “La decisione dei giudici costituzionali si forma liberamente” e quindi “l’ultima cosa che rileva è la politica intesa come contesa partitica. Ma certo soffriamo il contesto. Se questo clima esasperato continuerà, qualche eco l’avrà anche nella Corte che vive nelle istituzioni”.

Gli ultimi dei Mohicani

DE SIERVO si toglie un sassolino appuntito anche con i colleghi. Riferendosi alla sua sofferta elezione, dice: “Può anche essere che una parte contraria dei voti sia andata alla mia persona per disistima, forse perché da qualcuno sono tacciato di essere un pierino e di non concedere molto in camera di consiglio. Poi, certo, può esserci anche l’onda lunga di tensioni esterne”. E aggiunge: “Io e Maddalena (Paolo Maddalena, che ha nominato vicepresidente, ndr) siamo gli ultimi dei Mohicani perché è la terza volta che decidiamo su cause delicate”, riferendosi alle decisioni della Corte sui “lodi” Schifani e Alfano (bocciati) e su quella che dovranno prendere rispetto al legittimo impedimento “ad premier”, evidentemente quando il suo destino politico sarà più chiaro.

Berlusconi dunque può accantonare, almeno ancora per un po’, l’incubo dei processi milanesi Mediaset, Mills e Mediatrade. Ma il rinvio dell’udienza a gennaio sarà apprezzato anche dal Quirinale che, dal suo punto di vista, vuole evitare facili polemiche istituzionali. Non a caso due settimane fa si è rivolto al Csm appellandosi “al senso di responsabilità”, riferendosi alle pratiche a tutela dei magistrati insultati da Berlusconi. Ieri l’ha ascoltato la Consulta che resta, come ci aveva detto alcune settimane fa un alto giudice, “un fortino assediato”.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

NON C'E' CHE DIRE: STIAMO MESSI PROPRIO MALUCCIO.