venerdì 3 dicembre 2010

LO ZAR E IL RE: PUTIN A MUSO DURO CON LARRY KING


di Angela Vitaliano

La serata a New York non è molto fredda ma il gelo che arriva dalla tv ti fa venire voglia di metterti sotto le coperte. Vladimir Putin, per la seconda volta, dopo dieci anni, concede un'intervista al “re” della Cnn, Larry King, alla sua ultima stagione con uno show che ha ospitato i leader politici di tutto il mondo.

Putin, come dieci anni fa – quando alla domanda su cosa fosse accaduto al sottomarino Kursk nel 2000, rispose causticamente: “è affondato” – quasi sibila le sue risposte, con un sorriso a tratti accennato e solo nei momenti in cui sta per dare una delle sue sferzate.

COME QUELLA che arriva quasi subito a proposito della vicenda di Wikileaks, che il leader sovietico non considera una “catastrofe” e delle affermazioni di Robert Gates, segretario della difesa americano, sul fatto che “la democrazia russa si sia dileguata e che ora a governare siano i servizi segreti”. “Gates è un brav'uomo – dice Putin, senza mai cambiare l'espressione del suo viso – ma se lo considerate uno dei maggiori esperti mondiali di democrazia, vi faccio le mie congratulazioni”.

Tutte illazioni, dunque, le reiterate affermazioni, provenienti da più parti secondo cui, in Russia ci sia un deficit di democrazia. “Quando esprimiamo dubbi ai nostri colleghi americani circa le lacune del loro sistema elettorale – dice Putin – loro ci invitano sempre a non mettere il naso nei loro affari. Noi li invitiamo a fare lo stesso”.

In qualche modo lo stesso atteggiamento manifestato quando King gli chiede un commento sui suoi rapporti con Medvedev e sul fatto che nei dispacci Usa vengono paragonati a Batman e Robin (e quest'ultimo non sarebbe certo l'ex presidente ). “Affermazioni che hanno come obiettivo quello di insultare uno di noi e spingerci a fare dei passi che potrebbero mettere a rischio la nostra collaborazione. Cosa che non succederà. Quindi invito chi fa sforzi in tal senso a darsi una calmata”.

ANZI, I SUOI RAPPORTI con Medvedev sono talmente cordiali e ispirati alla massima collaborazione che è con lui che Putin deciderà, nel nome del benessere del paese, se ricandidarsi alle elezioni del 2012.

Massima collaborazione con gli Stati Uniti e con gli altri paesi sulle questioni di politica estera ma sempre sottolineando la posizione di indipendenza fra Mosca e Washington.

Va bene, dunque, il dialogo allargato alla Cina per la crisi in Corea, ma “rispettando gli interessi di tutti i coreani, sia quelli del Nord che quelli del Sud”.

Stesso discorso per l'Iran. “Siamo preoccupati dell’eventuale proliferazione di armi di distruzione di massa, in Iran come altrove – dice Putin – concludendo, però, che l'Iran ha il pieno diritto di portare avanti i propri programmi sul nucleare sotto la supervisione di organizzazioni internazionali”.

Nessuna domanda da parte di King, sempre in relazione alle recenti vicende di Wikileaks, circa i rapporti di Putin con Silvio Berlusconi. Meglio parlare di calcio e del “sogno” della Russia di ospitare la Coppa del Mondo nel 2018 (che si è avverato ieri) o dell'impegno dell'ex presidente, preso con Leonardo Di Caprio, di salvare le tigri.

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