MARCO TRAVAGLIO
Le accuse: concussione,associazione a delinquere, truffa e peculato. Ma il Senato unito, meno l’Idv, ha detto “no”
Ricordate il processo a Clemente Mastella e famiglia (moglie, consuocero, cognato e mezza Udeur) per le lottizzazioni nelle Asl e negli enti pubblici della Campania, il mercato illegale degli appalti, la gestione allegra dei fondi pubblici al giornale Il Campanile con appartamenti romani incorporati? Bene, anzi male: il Parlamento ha deciso di abolirlo. Non Mastella: il processo. Venerdì, alla chetichella come si usa in questi casi, il Senato della Repubblica ha approvato per alzata di mano la proposta della giunta per le autorizzazioni a procedere di sollevare un conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato dinanzi alla Consulta contro i giudici di Napoli che osano processare l’ex ministro della Giustizia del centrosinistra, ora eurodeputato di centrodestra, senza chiedere il permesso al Parlamento. Tutti d’accordo (Pdl, Lega, Udc, Pd), tranne l’Idv. Motivo: i reati contestati a Mastella nell’udienza preliminare in corso da mesi a Napoli sarebbero stati commessi nell’esercizio delle funzioni di Guardasigilli, dunque di natura ministeriale, dunque sottoposti alla giurisdizione del Tribunale dei ministri di Napoli, ma solo previa autorizzazione a procedere del Senato. I difensori di Mastella, nell’udienza di sabato, hanno subito chiesto al gip di sospendere tutto fino a quando
La vicenda è talmente intricata che, se non se ne illustrano bene i passaggi, si rischia di non afferrare appieno la portata dello scandalo. L’inchiesta è quella avviata quattro anni fa dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che nel gennaio 2008 fece arrestare fra gli altri la signora Mastella, Sandrina Lonardo, il consuocero dei coniugi, Carlo Camilleri e un bel pezzo di Udeur campana per vari e gravissimi reati, poi notificò un avviso di garanzia all’allora ministro della Giustizia, che colse la palla al balzo per rovesciare il governo Prodi, passando armi e bagagli al centrodestra. Intanto, per competenza, il fascicolo fu trasmesso a Napoli, dove il pm Francesco Curcio proseguì le indagini, scoprì altri reati e lo scorso anno chiese i rinvii a giudizio sui quali, fra breve, dovrebbe pronunciarsi il gip Eduardo De Gregorio.
Mastella è accusato di ben nove episodi delittuosi: quattro concussioni, tre abusi d’ufficio, un’associazione per delinquere e un caso di truffa, peculato e appropriazione indebita.
1) Concussione: in combutta col consuocero Camilleri, leader dell’Udeur beneventana e con due assessori regionali, Mastella avrebbe costretto il governatore Antonio Bassolino ad “assicurare loro la nomina a Commissario dell’Area sviluppo industriale (Asi) di Benevento di una persona liberamente designata dal Mastella” per “compensare la mancata attribuzione al suo gruppo politico della carica di presidente dello Iacp di Benevento”; per coartare la volontà di Bassolino, i due assessori presero a disertare le riunioni di giunta e Mastella ad “attaccarlo strumentalmente sulla gestione dei rifiuti”.
2) Tentata concussione: Mastella e la moglie Sandrina (presidente del Consiglio regionale) avrebbero perpetrato una “costante intimidazione” e “denigrazione” contro Luigi Annunziata, direttore generale dell’ospedale San Sebastiano di Caserta per cacciarlo dal suo incarico, visto che rifiutava di “procacciare favori, appalti, posti, incarichi dirigenziali e primariati a membri dell’Udeur”.
3) Abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio: Mastella avrebbe “istigato” il presidente della III sezione del Tar Campania, Ugo De Maio, ad aggiustare una causa in camera di consiglio per favorire un suo protetto e svantaggiare un’altra persona.
4) Abuso d’ufficio: Mastella, assieme al solito Camilleri, avrebbe istigato un suo assessore regionale a favorire un suo raccomandato ai vertici della comunità montana del Taburno.
5) Concussione: Mastella avrebbe costretto il sindaco di Cerreto Sannita a nominare un amico dell’Udeur ad assessore ai Lavori pubblici e ad assegnare il progetto dell’area industriale allo studio ingegneristico del consuocero Camilleri, minacciando in caso contrario “il congelamento dei finanziamenti regionali destinati al Piano di insediamento produttivo di Cerreto”.
6) Abuso d’ufficio: Mastella, assieme al consuocero, al cognato Pasquale Giuditta e ad altri, avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione indebita all’Arpac di ben 158 raccomandati suoi e dell’Udeur, in barba alle regole sulle competenze professionali, “per coltivare interessi di natura politico clientelare”.
7) Tentata concussione: Mastella & C. avrebbero intimato al direttore generale dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli di nominare primario un loro amico a scopo esclusivamente “clientelare”; e, quando quello rifiutò, fu investito da un’interpellanza dell’Udeur in Consiglio regionale che lo dipingeva come un incapace e dunque costituiva una minaccia di “rimozione dall’incarico”.
Associazione per delinquere: Mastella, la moglie Sandra e altri avrebbero dato vita a “un’associazione per delinquere, operante prevalentemente nella regione Campania, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro
9) Peculato, truffa e appropriazione indebita: Mastella, “al fine di procurare ingiusto vantaggio patrimoniale ai suoi congiunti Mastella Elio e Mastella Pellegrino” (i figli, che “attraverso lo schermo societario costituito dalla società Campanile srl, senza averne titolo, acquistavano dalla Scip a prezzo più basso di quello di mercato, l’immobile in Roma Largo Arenula già di proprietà dell’Inail, utilizzando anche fondi pubblici destinati al sostentamento dell’editoria”), “si appropriava indebitamente dell’intero capitale sociale del detentore del logo della testata Il Campanile Nuovo” e sarebbe riuscito persino a truffare l’Inail.
Tutti questi reati, secondo
Il 30 luglio scorso,
Per Matteoli
Il paradosso tragicomico è che, secondo la legge costituzionale 1/1989, il Parlamento “può negare l’autorizzazione a procedere” solo se il ministro inquisito “ha agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo”. Ecco: forse lottizzare gli enti pubblici piazzando parenti e raccomandati, concutere pubblici ufficiali, pilotare appalti a fini clientelari, intascare soldi del finanziamento pubblico all’editoria o truffare l’Inail sono condotte tipiche di un ministro della Giustizia e vanno tutelate perché finalizzate a un “preminente interesse pubblico”. Nel qual caso, bloccare il processo a Mastella è poco: bisogna erigergli un monumento equestre.
Da Il Fatto Quotidiano del 23 novembre 2010
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