lunedì 20 dicembre 2010

Napolitano: "Cortei spia di malessere" Gasparri: "Potenziali assassini"


«Voglio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate». Così, il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ai microfoni di Agorà su Rai Tre riferendosi alla manifestazione degli studenti in programma per mercoledì prossimo. Alla classe politica - e alla società in generale - giunge però il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "I cortei sono la spia di un malessere che non va ignorato". Per Napolitano, «La protesta pacifica, benché spesso sviata da inammissibili violenze, di tanti cittadini nelle strade delle nostre capitali, è una spia di malessere che le democrazie non possono ignorare». Lo ha detto durante i tradizionali auguri al corpo diplomatico.

Quanto alle forze di Governo, dopo gli scontri della scorsa settimana a Roma, vogliono giocare d’anticipo. E annunciano giri di vite, mentre il presidente del Senato Schifani rivolge agli studenti, che si preparano a scendere di nuovo in piazza il 22 in concomitanza con lo sprint finale della riforma universitaria, un appello affinché protestino «con compostezza e nel rispetto delle regole».

«Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara, qui ci vuole un Sette aprile», ha già detto ieri il capogruppo del Pdl al Senato evocando quel giorno del 1979 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo. «Qui serve - ha spiegato - una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma. La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie. Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza».

Affermazioni che, come prevedibile, hanno rinfocolato le polemiche già sollevate dalla proposta di estendere il Daspo anche alle manifestazioni di piazza. «Bisogna stare molto attenti - ha detto a «Che tempo che fa» Massimo D’Alema, presidente del Copasir - perché l’interesse alla violenza è un interesse dei gruppi violenti, ma potrebbe diventare anche un modo di chi è al potere di rafforzare il proprio potere. È un gioco che abbiamo già visto anche nel passato». «È sbagliato - ha aggiunto pur non volendo commentare la proposta di Gasparri - che il governo non apra un dialogo con gli studenti, sarebbe un modo per isolare la violenza».

«Quello che propone Gasparri è contro la nostra Costituzione. Le sue sono parole pericolose. Se Gasparri conosce nomi e cognomi li faccia. Sennò lasci lavorare e rispetti le autorità competenti senza avvelenare il clima con dichiarazioni provocatorie e parafasciste», ha commentato la capogruppo del Pd al Senato
Anna Finocchiaro. Per il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, le parole di Gasparri «confermano soltanto la volontà del governo e di questa maggioranza di imporre il modello fascista». Gasparri «con la consueta finezza argomentativa propone una riesumazione dell’arresto preventivo che è annuncio di fascismo», ha osservato il leader di Sel Nichi Vendola. «Gasparri fascista era e fascista è rimasto», ha chiosato il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, mentre Articolo21 si chiede «perchè Maurizio Gasparri fomenta con dichiarazioni irresponsabili gli animi già tesi?».

Critici anche i finiani: «Tra fantasiose proposte di daspo per i manifestanti e farneticanti ipotesi di arresti preventivi, Pdl e Lega rischiano di creare - ha dichiarato
Fabio Granata - dinamiche sudamericane in Italia». «Fascismo da sceriffi» l’accusa di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani. Schierate a fianco dell’ex ministro delle Comunicazioni le colleghe di partito Jole Santelli e Isabella Bertolini. Alle parole di Maurizio Gasparri «non viene data risposta politica ma solo - ha osservato Santelli - inutili e sterili insulti». «C’è da chiedersi - ha aggiunto Bertolini - se tutti questi indignati dell’ultim’ora vogliano davvero un rigoroso rispetto della legge durante le manifestazioni».

E Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, assicurando che «nessuno vuole ledere il diritto di manifestare liberamente» ricorda che a Firenze qualche anno fa, ministro degli Interni Pisanu, nei fatti l’azione preventiva fu portata avanti d’intesa fra le forze dell’ordine, il Comune e i sindacati e passò sotto il nome di monitoraggio preventivo. E mentre il presidente dei senatori Pdl risponde alle accuse facendo notare che «è molto grave che in molti invece di condividere la prevenzione contro la violenza, preferiscano insultare e fiancheggiare chi ha devastato Roma», Pietro Calogero, il magistrato autore proprio dell’inchiesta 7 aprile, giudica «contrario all’obiettività storica» un parallelo tra le violenze studentesche e la vasta operazione che nella primavera del ’79 decapitò Autonomia Operaia. «Quelle che portarono agli arresti del 7 aprile si svilupparono - fa notare - all’interno di un preciso disegno strategico di insurrezione, per sovvertire il sistema».

E per Oreste Scalzone, che quel lontano giorno del ’79 fu tra gli arrestati, Gasparri «non perde occasione per straparlare in modo talmente grottesco che rende difficile anche infuriarsi». In ogni caso - puntualizza Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale - ipotesi di questo tipo al limite dovrebbe farle la magistratura, non un politico». Cerca, invece, di placare le acque il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini: »alla vigilia delle manifestazione annunciata dagli studenti contro la riforma universitaria è necessario mantenere i nervi saldi ed evitare di esacerbare preventivamente gli animi. Maggioranza e opposizione non facciano le ennesime polemiche sulle spalle degli studenti e diano prova di serietà e capacità di dialogo«.

Continuano, intanto, le polemiche sul Daspo. Se il Governatore del Lazio,
Renata Polverini, si mostra cauta - «bisogna capire se è realizzabile nella sua applicazione» -, il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, definisce la misura «un atto di responsabilità» e il leghista Michelino Davico «una forma di dissuasione». Considerazioni per nulla condivise sul fronte delle opposizioni: Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Federazione della sinistra, parla di idea «aberrante e incostituzionale» e Antonio Di Pietro (Idv) di «misura fascista».

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