venerdì 3 dicembre 2010

“ODIO I ROM E ME NE VANTO”


di Erminia Della Frattina

“Non mi pento: ho detto su Facebook che i rom mi fanno vomitare e lo confermo. Però subito dopo ho ricevuto 710 richieste di amicizia. Ho avuto più richieste di amicizia da quando ho detto quelle cose sui rom che negli ultimi cinque anni”. Gongola come un bambino Vittorio Aliprandi, consigliere comunale di Padova vicino al Pdl ed ex deputato della Lega Nord, un omone grande con magliette variopinte (a volte piene di patacche) e uno slalom di lavori sempre diversi e sempre appena conclusi.

“Avrei voglia di prenderli a calci” scrive Aliprandi commentando sul social network una mozione appena passata in consiglio che assegna delle casette ai rom.

“Li metterei nei campi di concentramento”, continua il consigliere padovano che tutti in città chiamano Massimo ma nessuno ricorda perché (“Forse per differenziarlo dal padre” dice un ex amico ora nemico, e lui di nemici ne ha molti anche dentro al Pdl). “Bisogna togliere i bambini rom alle famiglie appena nati”.

I BAMBINI : ce n’è anche per loro. “Spiegate voi a mio figlio che i rom che erano nella sua classe serviti e riveriti col pullmino che li andava a prendere e venivano pure promossi!”. Non manca l’archetipo degli zingari ruba-bambini (quelli padani naturalmente). “Non ho mai conosciuto dei rom che volessero integrarsi, se lo fanno è per fregarti i bambini”. Quindi? “Chi non si vuole integrare, fuori”.

Ma Vittorio detto Massimo come giustifica questo distillato di odio razziale? “Un cazzeggio, poi i giornali ci montano le fantasie”. Certo, non è lui che qualche tempo fa aveva esternato il dubbio: “Non saprei se preferire un frocio o un fascista”?

In attesa di sciogliere l’arcano, Vittorio Massimo, 55 anni, due matrimoni, quattro figli (tutti grandi, non vanno a scuola in pullmino da almeno 20 anni) e tanti impieghi precari, difende la sua teoria. “Ho scritto solo che non sopporto i rom che vedo in stazione la mattina fare colazione e reggersi perfettamente in piedi, e poi andare a fare gli storpi in giro per la città per prendersi l’elemosina”. Butta dentro la cornetta le parole tutte d’un fiato, incredulo di avere attirato tanta attenzione, ma forse anche a caccia di qualche sprazzo di popolarità. “Cosa c’è di male, lei li ama i rom?”.

IL TONO PACATO di chi non ha intenzione di retrocedere, anzi si sente nel giusto. “Guardi qui, la gente mi scrive: diamogli fuoco, prendi una tanica io porto i cerini. Ricevo post da tutta Italia e dalla Romania. Anche loro odiano gli zingari sa?”. Ma ci sarà qualcuno che non è d’accordo? “Una piccola parte mi scrive testa di c..ma non mi interessa, sono abituato”. Anche il racconto della sua famiglia è pittoresco, e sempre sul baratro del razzismo. “Mia moglie (la seconda) è tecnico informatico e si fa un culo così, mio figlio (uno dei quattro) fa il cuoco, io lavoro nella mia azienda agricola dalle sei del mattino. Nessuno ci regala casette a noi”. La verità è che l’azienda agricola è l’ultimo dei tanti lavori di Massimo. Il primo è il noleggiatore di macchine con autista (lui). La storia, raccontata vantandosi a una cena con amici, vuole che nel ‘93 fosse l’autista di un parlamentare della Lega Nord. Una sera il parlamentare in piena campagna elettorale litiga con qualcuno al telefono, e quando mette giù si rivolge al primo che capita: all’autista per esempio. “Vuoi candidarti? Dammi 10mila euro e ti faccio onorevole”. Detto fatto: Aliprandi diventa deputato nel 1994 per due anni e mezzo. È vero che le hanno affidato la commissione sui Balcani e stava a Tirana? “No a Tirana ci andavo per seguire i miei affari”. Quali? “L’azienda tessile che poi ho chiuso nel 2000”. Segue una cooperativa che gestiva l’aeroporto di Padova, il banconiere al bar dello stesso aeroporto, l’azienda agricola. Il tutto condito da una bella pensione da ex parlamentare, un tesserino (che lui dice di aver restituito) per andare al cinema e ai concerti gratis, e un budget cospicuo per fare viaggi per scopi istituzionali. “Non ne usufruisco mai, lo giuro: faccio solo viaggi di piacere”.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UN UOMO (?) SPREGEVOLE. CE NE SONO ANCHE COSII'!