sabato 11 dicembre 2010

ONOREVOLE VENDESI



Corruzione: inchiesta sulla caccia ai voti Il ruolo del premier Il Pdl attacca la procura e presenta una controdenuncia

di Rita Di Giovacchino

È arrivato a piazzale Clodio poco dopo mezzogiorno, ad aspettarlo nel suo ufficio il procuratore Giovanni Ferrara. Una mossa fulminea, quella di Antonio Di Pietro, destinata a sparigliare il gran risiko di Palazzo Chigi in vista del voto di fiducia di martedì, con onorevoli che cambiano casacca e si compiacciono nell’ammettere di essere dei voltagabbana. E mentre il presidente della Camera, nonché leader dei futuristi, Gianfranco Fini denuncia l’apertura del “calciomercato” a Camere chiuse, il leader dell’Idv passa dalle parole ai fatti e sul tavolo dei magistrati rovescia un corposo dossier che delinea una decina di episodi che vedono da una parte e dall’altra “comprati” e “venduti”. Si vanno a ipotizzare reati come la corruzione e la violenza privata. Si starebbe valutando anche il coinvolgimento diretto del premier e di un suo strettissimo collaboratore come “interfaccia” di una “trattativa” per la caccia ai voti: denaro, incarichi e consulenze.

DI PIETRO – che entro lunedì incontrerà di nuovo i magistrati – ha fornito un’ampia documentazione e non solo di ritagli di giornale, come più tardi minimizza Ferrara. Del resto la Procura di Roma aveva già aperto un fascicolo, dieci giorni fa, sulla base di inchieste giornalistiche sulla compravendita dei voti. Nell’esposto del leader dell’Idv c’è, oltre a una ricostruzione dettagliata di fatti noti e meno noti, anche l’indicazione di testimoni in grado di riferire cosa sta accadendo dietro le quinte di un “voto drogato” da cui dipende il futuro di un “governo che non ha più la maggioranza parlamentare”.

Di Pietro, che si è detto pronto a fare i nomi anche al presidente Napolitano, al quale ha già rivolto un appello perché sciolga le Camere dice: “Siamo di fronte a un omicidio politico, l'uccisione della libera espressione della rappresentanza parlamentare, bisogna impedire che ci scappi il morto. In un paese normale, sarebbero bastate le dichiarazioni degli interessati a provocare uno scandalo tale da porre fine alla legislatura... Da noi occorre provare il reato e sarà la Procura di Roma a decidere”.

Apriti cielo. Immediate le reazioni del Pdl che annuncia un controesposto “in cui si chiederà che venga fatta luce su tutti i deputati del nostro partito che hanno aderito ad altre formazioni politiche”. Il riferimento a Futuro e Libertà appare evidente. Durissimo anche l’affondo contro i giudici di Roma di Fabrizio Cicchitto : “L’intervento della procura rischia di essere una gravissima interferenza nella libera dialettica parlamentare. Il reato, se c’è, è proprio questo”.

IL CAPOGRUPPO del Pdl alla Camera fa eco a Verdini e Bondi: “Nel 1999 c’è stato un esodo di 30 parlamentari del centrodestra su posizioni del centrosinistra e non è stato aperto alcun fascicolo, siamo di fronte a un’estremizzazione dell'uso politico della giustizia”. Il nervosismo è tale che Frattini e La Russa finiscono per bisticciare tra di loro. Dice il ministro degli Esteri: “L’inchiesta finirà nel nulla, dicono che è un atto dovuto, ma è un’inchiesta aperta sulla denuncia di un avversario politico, a noi sembra una scusa infondata”. La Russa lo smentisce: “L’inchiesta è un atto dovuto, ma allora viene voglia di dire: fate chiarezza su tutti quelli che hanno cambiato casacca dall’inizio della legislatura. Anche se non credo ci sia stata compravendita né prima né dopo. Quando non si arriva all’uva si dice che è acerba”.

In difesa di Di Pietro scende Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv: “Cicchitto difende la corruzione politica, lo squallido mercato delle vacche, solo persone che come lui provengono da logiche antidemocratiche come la P2 possono mettere insieme fatti che sono agli antipodi”. Replica anche Donatella Ferranti, Pd: “Cicchitto si confonde, forse pensa che a furia di annunciare riforme volte a controllare i pubblici ministeri, si è convinto che i magistrati non possano aprire autonomamente un'inchiesta”.

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