martedì 14 dicembre 2010

Ora il Veneto abbandonato si aiuta da solo


ERMINIA DELLA FRATTINA

Nessuna traccia dei 300 milioni promessi da Berlusconi dopo l'alluvione. Così dalle associazioni degli artigiani scatta la solidarietà porta a porta. E la sfiducia nelle istituzioni potrebbe trasformarsi in disaffezione al voto di potenziali elettori di centrodestra

Federica Pellegrini ai Campionati di nuoto indosserà la maglia della solidarietà al Veneto alluvionato. Un bel gesto, ringrazia il presidente del Veneto Luca Zaia, ma non basta. I rimborsi promessi dal premier Silvio Berlusconi, quei 300 milioni “scuciti” a Giulio Tremonti che dovevano arrivare entro il weekend non si sono visti. E allora scatta il piano B: il Commissario all’alluvione (sempre Zaia) fa sapere che i soldi saranno anticipati dalle banche – sempre in attesa di quelli in arrivo da Roma – e i Comuni alluvionati riceveranno un piccolo acconto entro Natale. “Com’è possibile non poter inviare subito gli aiuti promessi? Si tratta di una cifra contenuta” sbotta Claudio Miotto, presidente di Confartigianato Veneto.

Intanto i veneti, come da santino, si rimboccano le maniche e fanno da soli. “Avevamo 70 centimetri d’acqua in azienda, i meccanismi di precisione e i macchinari li abbiamo buttati. Però a 15 giorni dall’alluvione abbiamo riaperto”. Nessuna retorica: Antonio Bellucco mostra al numero uno di Confartigianato Giorgio Guerrini il suo autosalone rimesso (quasi) a nuovo. Siamo a Casalserugo, epicentro dell’alluvione veneta dei primi di novembre.

Alle pareti dell’aziendina di famiglia, che vende auto usate e fa revisioni e riparazioni, ci sono i muri scrostati, gli uffici marketing ricavati al volo, le macchine di nuovo esposte. “Abbiamo avuto 500 mila euro di danni diretti, ma ho allargato il debito che già avevo in banca e amen. Il problema sono i danni indiretti: rifarsi un’immagine di affidabilità”. Se l’indice di affidabilità è difficile da riconquistare lo è anche la fiducia nelle istituzioni, che da queste parti vacilla. Un dato per tutti: solo un terzo delle famiglie vicentine colpite dall’inondazione ha presentato domanda per il rimborso dei danni. L’amministrazione comunale ha ricevuto meno di 2mila richieste a fronte delle quasi 6mila prospettate. La gente fa da sé, convinta che sia inutile aspettare l’intervento dello Stato. “Mi chiedo come sia possibile che il governo non riesca a occuparsi con celerità di un numero così esiguo di imprese: stiamo parlando dello 0,9 per cento di aziende sulle 458 mila attive in regione” rincara Guerrini, che da gennaio sarà a capo di Rete Impresa Italia, la corazzata di 2,5 milioni di imprese associate che raduna le principali organizzazioni imprenditoriali, artigiane e del commercio.

I risarcimenti per l’alluvione saranno la prima grana che il futuro presidente gestirà. Per ora, dribbla le domande sui soldi promessi affidandosi al contenitore multitasking, quel decreto Milleproroghe dove assicura che si potrebbero pescare i fondi. Un piccolo aiuto vero arriva invece da Confartigianato Veneto, che ha diffuso i dati definitivi sulle imprese danneggiate: sono quasi 4 mila (3.931) le aziende colpite che hanno subìto un fermo di attività. Il 56 per cento sono a Vicenza (2.188) il 35 per cento nel Padovano (1.355) e 245 a Verona (6 per cento).

Solo tra i soci di Confartigianato sono 247 le aziende colpite per un monte danni di 23 milioni tra mezzi, macchinari, immobili e magazzino; incalcolabili le perdite “immateriali” come il fermo lavoro, le mancate consegne, gli ordini non soddisfatti. “L’epicentro per Padova – si legge nel documento – è tra Casalserugo, Bovolenta e Albignasego: in 5 piccoli comuni è concentrato il 60 per cento delle aziende colpite”. È qui l’autosalone Bellucco rimesso in piedi in tempi record. “Ci vorranno mesi per ripartire – dice il titolare – quanto ai rimborsi, non vorrei che finisse come per la precedente alluvione: non sono mai arrivati”.

Questa sfiducia potrebbe trasformarsi in disaffezione al voto di potenziali elettori del centrodestra, che secondo un sondaggio di Confartigianato nazionale sono una quota tra il 68 e il 74 per cento dei soci, (i simpatizzanti del centrosinistra sono tra il 18 e il 24 per cento). I nodi principali sono la politica di riduzione del debito, della pressione fiscale e della burocrazia e riduzione del corpus amministrativo pubblico. “Le società controllate a Torino sono 600, a Roma il Comune ha 52 mila dipendenti. Anche l’amministratore pubblico deve essere competitivo, quindi più snello”. Ma qui nessuno ci crede. E così mentre si aspettano i fondi promessi da Berlusconi scatta la solidarietà “porta a porta”: Confartigianato Vicenza regala a fondo perduto 150 mila euro alle aziende alluvionate, Fabrica dei Benetton mette nella rete dei multisala un filmato sull’alluvione che invita alla solidarietà via sms o conto corrente, bacino che finora ha raccolto 2,8 milioni di euro, Elettrolux regala 300 elettrodomestici.

Nel sito venetoalluvionato.it una bacheca ospita le aziende che mettono a disposizione qualcosa: dai software gestionali agli sconti per gli alluvionati su mobili, elettrodomestici, articoli per la casa. Intanto nelle analisi previsionali di Confartigianato l’83,5 per cento degli imprenditori veneti fa sapere che nei primi mesi del 2011 non effettuerà alcun investimento.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

TORNERANNO A VOTARE LEGA NORD O PDL?