Questa mattina, nel seguire in TV le vicende della sfiducia al governo Berlusconi (bocciata per
Mi rendo conto che per applicare il concetto della ‘colonna infame’ alla situazione della nostra Camera dei Deputati occorre fare una forzatura, perché la colonna infame fu elevata sulle rovine della casa-bottega di uno dei due presunti untori, Gian Giacomo Mora – barbiere (l’altro, Guglielmo Piazza, era commissario di sanità). Si sa, erano ancora tempi di profonda ignoranza e di conseguenti processi sommari, la peste faceva paura e mieteva moltissime vittime. Correva l’anno 1630.
Però questa mattina erano molti i nomi di quei molto poco onorevoli deputati che rinnegavano impegni scritti e militanze decennali, con una faccia tosta incapace di qualsiasi vergogna, stimolati dalla tante altre presenti in Parlamento.
Mi è sfuggito l’intervento di Tonino Di Pietro (mi trovavo all’INPS assieme al mio ex cappellano don Mario Ferrari per chiarire alcuni suoi profili pensionistici che non avevano avuto fino a oggi soddisfazione), ma poi l’ho recuperato sul suo blog.
E ho visto tutta la scena, l’intervento di Antonio Di Pietro e la pantomima del presidente del Consiglio che abbandona i banchi del governo, seguito di suoi ministri: un eclatante esempio di ‘democrazia’ e di servilismo.
L’intervento di Di Pietro era forte nei toni e nei contenuti, ma diceva una sacrosanta verità: un ‘primus super pares’ (almeno così si ritiene da sempre il nostro presidente del consiglio) che si ostina a sottrarsi ai processi, che si difende non nei processi ma dai processi.
E ancora: che una sconfitta della mozione di sfiducia per pochi voti, poi risultati essere tre, era una vittoria di Pirro. E tale è nella sostanza, salvo a far folgorare sulla via di Damasco altri illuminati parlamentari colti da raptus di fervore mistico nei riguardi del Paolo di Tarso moderno, capace di fulminanti conversioni alla sua religione, oltreché di un narcisismo sconfinato e di un ego smisurato.
Ebbene, il momento non è grave, non si canti vittoria, una maggioranza di 100 parlamentari che si riduce a un misero numero di tre è l’inizio della fine, fulminazioni permettendo.
Ora è legittimo chiedersi quale errore è stato commesso per il quale il gruppo finiano Fli, da condizionante della maggioranza parlamentare ha perso pezzi di parlamentari che aveva firmato la mozione di sfiducia al governo, non tutti erano i duri e puri, c’era qualche colomba di troppo.
A mio avviso vi è stata una imperdonabile sottovalutazione della capacità di ‘recupero’ di Berlusconi da parte di Gianfranco Fini, il quale avrebbe dovuto calendarizzare subito la sfiducia, senza perdere tempo.
E invece? A mio giudizio è stato tradito dal ruolo istituzionale ed ha accettato il suggerimento del capo dello Stato (la c.d. ‘moral suasion’, una prassi costituzionale non presente nella Costituzione) di rinviare il tutto a 14 dicembre, a dopo l’approvazione del bilancio dello Stato, obbligo ed incombenza esclusivi del governo e del suo capo.
Ora, checché se ne pensi, il primo comma dell’art. 68 della nostra Costituzione (“I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni”), realizza una condizione di improcessabilità dei parlamentari per i voti espressi nell’esercizio del loro mandato (v. Michele Ainis –
“… non possono essere chiamati a rispondere … per i voti espressi …”.
Corrotti o concussi, ammesso e non concesso che lo siano stati, non possono essere processati. Altra cosa è se si tratta di corruttori e concussori, ma vallo a dimostrare: ‘probatio diabolica’!
E allora? E allora bisognerebbe cambiare un’altra volta l’art. 68 Cost. ma non c’è un’altra ‘Mani Pulite’ all’orizzonte.
Luigi Morsello – già direttore del carcere di Lodi – IdV di Lodi
2 commenti:
Anche oggi, come già in altre occasioni, abbiamo assistito alla farsa della politica Italiana.
Un'altra occasione persa per instradarsi verso una meta che cominci a delineare un profilo democratico. Ma ci saranno altre occasioni...(?)
Ciao, Luigi.
P.S.
Ci siamo divertiti a Genova, ma che fatica!
Francamente non credo che sia una sconfitta vera. Ripeto, aveva 100 deputati in più, adesso 2 (non tre come ho erroneamente scritto). Dopo Natale e dopo l'11 gennaio 2011, ci sarà la sfida all'O.K. Corral, per cui qualcuno ci sarà ancora, qualcun altro no.
Sai, io ho 73 anni, faccio fatica anche a uscire di casa...
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