venerdì 17 dicembre 2010

Rilascio fermati, Maroni: "Non condivido" E Alfano manda gli ispettori


Il ministro dell'Interno Roberto Maroni riferisce in Senato sugli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti e i disordini verificatisi in centro a Roma lo scorso martedì 14 dicembre, mentre in Parlamento si votava la fiducia al governo Berlusconi. All'informativa di Maroni è presente anche il ministro della difesa Ignazio La Russa. Per il ministro dell'Interno, pensare che vi fossero membri delle forze dell'ordine infiltrati tra gli agitatori, sospetto sollevato in particolare dal capogruppo del Pd al Senato Angela Finocchiaro, è "un'illazione destituita di fondamento e gratuitamente offensiva".

"E' stata garantita la libertà di espressione di chi voleva manifestare pacificamente" afferma in aula Maroni, esprimendo il suo apprezzamento per il Prefetto, il Questore di Roma e le forze dell'ordine. "Hanno gestito in maniera oculata una situazione di criticità - afferma Maroni -. Con il loro comportamento hanno evitato incidenti più gravi". Il ministro ha espresso "vicinanza e solidarietà" a chi in "polizia, carabinieri e guardia di finanza" è rimasto ferito "per porre argine a una guerriglia scatenata da gruppi di violenti ispirati dal solo intento di creare incidenti e turbare il normale svolgimento dei lavori delle istituzioni parlamentari".

Maroni dichiara inoltre di rispettare ma di non condividere la decisione di scarcerare i giovani fermati dopo gli scontri. "Sarebbe stato più logico - dice il ministro - mantenere lo stato di fermo". Maroni ricorda che ieri, nella udienza di convalida, erano stati comunque confermati gli arresti "di tutti i fermati, poi rimessi in libertà con restrizioni alla libertà di movimento per sette di loro". "Violenti subito rilasciati hanno ora la possibilità di reiterare le violenze - accusa Maroni -. Sarebbe stato più logico e giusto mantenere misure restrittive" per evitare rischi di "reiterare il reato".

Per Maroni, Gli scontri di martedì scorso sono stati provocati da ''veri e propri delinquenti'', una "minoranza di professionisti della violenza che non vorranno perdere la prossima occasione per creare violenza e terrore". Sono loro ad aver, di fatto, ''preso in ostaggio'' il grosso del corteo con ''inaudite violenze''. Lo stesso responsabile del Viminale ha quindi invitato ''le forze politiche responsabili'' a non fornire ''nessuna sponda'' ai violenti.

Sul sospetto di agenti-provocatori infiltrati nel corteo, Maroni attacca: "La verità dei fatti si è affermata nella giornata di ieri", quando "la persona travisata e con in mano un manganello e le manette, indicata come 'un agente infiltrato' è stata identificata" e si tratta di "un ragazzo minorenne ora in stato di fermo e indiziato di rapina aggravata per aver sottratto a un finanziere lo sfollagente e le manette".

Secondo Maroni, martedì scorso non c'è stata "nessuna 'zona rossa' chiusa come a Genova, ma sulla base delle analisi delle informazioni pervenute, i violenti intendevano comunque arrivare a Montecitorio ed erano pronti ad assediare la Camera". Ora occorre "adeguare tempestivamente la gestione dell'ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana, la prossima settimana, quando ci saranno nuove manifestazioni in concomitanza della discussione al Senato del cosiddetto ddl Gelmini".

Maroni lancia quindi un appello alla maggioranza degli "studenti veri", a cui in fondo nuoce "la violenza di pochi": che "le componenti democratiche del movimento" isolino i violenti, prevengano le infiltrazioni dei malintenzionati, collaborino con le forze dell'ordine "invece di prendere a picconate i poliziotti". A questo proposito, Maroni ha ricordato che i feriti fra i tutori dell'ordine sono stati 100 mentre sono stati 34 i manifestanti che hanno fatto ricorso alle cure mediche.

(17 dicembre 2010)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

I CORVACCI VOLANO PER L'ARIA!