giovedì 9 dicembre 2010

Riva destra, storia di carriere straordinarie



di Carlo Puca

Nel Lazio la politica è davvero un affare di famiglia. Si può cominciare, per esempio, dai gemelli Marsilio. Marco è un deputato Pdl, Laura assessore comunale, a Roma, alle Politiche educative. Il deputato Andrea Augello, è compagno di vita e di sentimenti dell’eurodeputata Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento europeo. Fabio Rampelli e Marco Scurria si sostengono a vicenda; il primo è deputato, il secondo eurodeputato: incidentalmente, sono pure cognati. Ancora: Giorgia Meloni è ministro della Gioventù; il marito della sorella, Francesco Lollobrigida, fa l’assessore regionale.

Per intendere il groviglio, quando in aula alla Camera, il 7 luglio 2010, il dipietrista Franco Barbato ha contestato il Ddl di Meloni sulle comunità giovanili (“Vuole finanziare la sua corrente, quella del suo assessore regionale Lollobrigida”, diceva), s’è ritrovato circondato da una decina di deputati. Si distinguevano, tra gli altri, Saltamartini, Marsilio e Rampelli. Ma non è dato sapere chi ha sferrato il pugno che ha costretto Barbato al ricovero. (...)

Ecco, Barbara Saltamartini, l’astro nascente della politica capitolina. Che storia, la sua: signora mia, sembra quasi un romanzo d’appendice. Il seguente.

C’era una volta la giovane Barbara, fidanzata con un collega di partito, un coetaneo, Pietro Di Paolantonio. Entrambi sono nati nel 1972 e fanno le classiche cose dei ragazzi della loro età. In più hanno una passione smodata per la politica. Ma poi, nel 1997, qualcosa si rompe: Barbara lascia Pietro per correre tra le braccia di un uomo più adulto, nato nel 1958, che poi è anche il leader di riferimento della loro corrente. Quell’uomo si chiama Gianni Alemanno, e sì, è proprio colui che un giorno diventerà il sindaco di Roma. Gianni si è appena separato dalla moglie Isabella, a sua volta figlia di Pino Rauti, capo indiscusso della sinistra missina. E così, nel 1998 Alemanno sostiene la candidatura e l’elezione di Saltamartini alla Provincia. Una gran bella soddisfazione per una ragazza di appena ventisei anni. Il controcanto è l’epilogo della relazione con Gianni. Lui tronca la relazione d’improvviso, torna da Isabella e la “risposa” sulla terrazza di un prestigioso albergo romano. Ma il sodalizio con Barbara non finisce, anzi. Nel 2001 Saltamartini diventa consulente di Alemanno al ministero dell’Agricoltura, cura il cerimoniale, e riesce a consigliare al ministro anche la sua amica Laura Mangianti come segretaria particolare. Nel 2004, Barbara si riconferma al Consiglio provinciale, prima tra gli eletti di An. E nel 2008, sempre in quota Alemanno, entra in Parlamento. Scrive Saltamartini sul suo blog: “La politica è una terra di dominio maschile, dove la presenza delle donne risulta ancora oggi marginale. Promuovere una cultura delle pari opportunità vuol dire parlare di libertà e di modernità. Vuol dire investire sull’autonomia della persona, su una logica lungimirante di solidarietà, inclusione e meritocrazia”. Modernità, autonomia, meritocrazia: ma poi Barbara si fa eleggere nella lista bloccata. Come tutti, d’altronde. Ma mica a Roma, dove ha sempre fatto politica. No, mizzega, in Sicilia. Tra Catania, Enna e Siracusa.

Il povero Di Paolantonio ha intanto cambiato il suo cognome in Di Paolo. Una metamorfosi epocale. Sicuramente si sarà ricostruito una vita lontano da Barbara. Come? Si sono rimessi assieme poco dopo la fine della storia di lei con Alemanno? Si sono sposati nel 2003? Vabbè, viva l’amore, dove c’è gusto non c’è perdenza. Certo, l’odio verso Gianni, quello certamente gli sarà rimasto, signora mia. Ah, è stato proprio Gianni uno dei suoi testimoni di nozze. E come mai? Ah, Pietro non ha mai abbandonato la corrente. Come? Nel 2005 Alemanno lo ha lanciato come consigliere regionale e nel 2010 lo ha voluto assessore con Renata Polverini: sono contento per lui. Devo proprio dire qualcosa in conclusione? E tutti vissero felici e contenti… (...)

C’era una volta, poi, pure la famiglia di Francesco Biava. Ex infermiere, segretario di Alemanno quand’era soltanto deputato, Biava scala le vette della corrente che manco Fausto Coppi: prima diventa capo della segreteria di “Gianni” al ministero dell’Agricoltura, poi deputato eletto in Emilia Romagna (la lontananza da Roma dev’essere un vizio) e contestualmente coordinatore della corrente. La moglie di Biava, la signora Ida Marandola, prima entra come dirigente a tempo determinato del Ministero dell’Agricoltura con Alemanno ministro, poi diventa direttore generale del Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura (Cra), quindi vince il concorso da dirigente e ritorna al Cra da dirigente generale. E tutti vissero felici. (...)

A Roma ci sono anche i fratelli De Lillo, altrimenti detti “i Delillos”: il senatore Stefano, l’assessore comunale all’Ambiente Fabio e il giovane Giuseppe, che non fa il consigliere regionale soltanto perché alle elezioni la lista del Pdl saltò per ragioni burocratiche. Giuseppe ha però trovato un’occupazione come collaboratore nell’Ufficio di Gabinetto del fratello assessore. E tutti vissero.

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CHE TROIAIO!

Anonimo ha detto...

Non è vero che l'eurodeputata Angelilli è la compagna di Augello. Ci ha fatto un figlio mentre lui era pure sposato. E' una che non guarda in faccia nessuno ed è stata con mezza destra romana.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CHE DISINVOLTURA, VERO?