Lo scalo di Bolzano era finito nella lista nera perché "troppo piccolo". Ma il governo lo salverà, così come ha acconsentito, pochi giorni dopo il voto di fiducia alla Camera, a separare la gesione del parco dello Stelvio. Ma la lista dei desideri del partito altoatesino è ancora lunga
Se due voti vi sembran pochi, di questi tempi è bene ricredersi. Silvio Berlusconi, mentre aspetta al varco Pierferdinando Casini, si è intanto assicurato l’appoggio esterno della Südtiroler volkspartei (Svp), partito di maggioranza assoluta nel Sudtirolo-Alto Adige. Una svolta dopo anni di opposizione più al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, appostato ai rubinetti e pronto a chiudere l’assistenza all’autonomia (qualcosa come 2 miliardi di euro all’anno) che al Popolo della Libertà.
Una svolta tanto epocale, che impone a Luis Durnwalder, padre padrone della provincia di Bolzano e del Partito, assoluta cautela. “Siamo blockfrei, dunque voteremo solo quello che riteniamo giusto”. Intanto Durnwalder si è assicurato oltre alla gestione dello Stelvio, già varata dal consiglio dei ministri, altri cinque punti cari a lui e ai sudtirolesi, compreso l’aeroporto di Bolzano, l’ultimo punto che si è aggiunto in questi giorni. Lo scalo, finito nella lista degli aeroporti troppo piccoli e, di conseguenza, da eliminare, sarà salvato per volontà del governo.
Sentite cosa ha detto il deputato Karl Zeller al Dolomiten e all’Alto Adige, i quotidiani di riferimento a Bolzano, uno della popolazione in lingua tedesca, l’altro della comunità italiana: “Cinque norme d’attuazione sono pronte per le prossime sedute a Palazzo Chigi. Il via libera è già stato dato in Paritetica, compresi i pareri ministeriali, ogni riunione del Consiglio dei ministri è adesso utile per varare i relativi decreti legislativi. Si tratta delle norme su terzo consigliere di Stato, controlli della Corte dei conti su organismi della Provincia, possibilità di dichiararsi o aggregarsi ad un gruppo linguistico per cittadini italiani e comunitari senza residenza in Alto Adige che vogliano partecipare a concorsi pubblici, test linguistico terminologico per i concorsi in magistratura in provincia di Bolzano e un ultima disposizione sull’Enac, l’ente per l’aviazione civile”.
Un piccolo particolare sul quale Zeller non si addentra, ma che vuol dire salvataggio dell’aeroporto di Bolzano. Già, perché non più di tre settimane fa, il ministero dei Trasporti ha ricevuto uno studio fatto da Nomisma, One Works e Kpmg, che proverebbe come 25 aeroporti su 100 siano improduttivi, per non dire inutili, visto che uno scalo per sopravvivere ha bisogno di un traffico minimo di 500 mila persone all’anno. Bolzano di passeggeri ogni anno ne trasporta appena 65.000. Ma, come aveva avuto modo di annunciare con sicumera Mirko Kopfsguter, direttore dello scalo altoatesino, Bolzano si salverà: “Ho visto quel rapporto già a febbraio, quando è stato licenziato dal Senato. Non bisogna fermarsi a leggere i numeri”. Certo Kopfsguter non sapeva che Berlusconi avrebbe fatto regali oltremisura per salvare il suo governo, ma qualche contatto era già stato comunque avviato.
E a svelarlo è sempre Zeller: “I contatti diretti sono con i ministri Raffaele Fitto, Roberto Calderoli e Franco Frattini, oltre che con Tremonti“, spiega Zeller. “Senza dimenticare che il responsabile della Farnesina, tiene da sempre un filo diretto con il presidente Durnwalder“. Non ultimo l’accordo raggiunto, proprio sulla fiducia, davanti ad un risotto al tartufo lo scorso fine settimana in val Badia. “Rispetto al picco in negativo nei primi due anni della legislatura a livello di rapporti tra Bolzano e Roma non poteva certo andare peggio”, dice Zeller. E Durnwalder che gli fa eco: “Intanto abbiamo cominciato a parlarci e probabilmente entrambe le parti si sono accorte di avere interlocutori non così cattivi e il dialogo è migliorato”.
Un dialogo così migliorato che dall’opposizione al governo si è passati all’appoggio. Anche se Zeller smentisce: “Palazzo Chigi ha preso atto della nostra posizione fuori dai blocchi, votiamo a favore quando riteniamo giusta una legge, altrimenti contrarietà o astensione. Si era partiti da una posizione del governo molto critica nei nostri confronti, anche per alcune determinazioni che avevamo preso come partito con la precedente dirigenza, lo stesso ministro Frattini non era certo favorevole ad ampliare le nostre competenze. Adesso la situazione è cambiata”.
Miracolo di due voti. Anche perché due anni fa, prima delle elezioni, Durnwalder aveva avvisato Berlusconi e Tremonti: “Se il centrodestra dovesse attaccare o violare la nostra autonomia speciale, allora ci rivolgeremo all’Austria – che è sempre la nostra potenza tutrice – e riporteremo la questione altoatesina davanti all’ Onu”. Il pericolo e i dubbi, dopo la fiducia e la promessa di appoggio, sono cambiati. Berlusconi ha ottenuto due voti in più, Durnwalder si è guadagnato soldi e autonomia in abbondanza, tanta da poter campare molti anni di rendita.
di Emiliano Liuzzi
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