di Antonio Padellaro
Il danno peggiore del berlusconismo va misurato sugli appetiti dei piccoli uomini che bivaccano alla corte del padrone.
Grande è l’arroganza che rende loro intollerabile “di non avere quello che gli pare ragionevole, ed ogni cosa gli pare ragionevole che gli viene in desiderio” (Guicciardini).
Prendiamo
Ebbene, solo nella triste Rai dei Masi poteva capitare che i protagonisti di questi indiscutibili successi fossero puniti con la sospensione dagli incarichi, anticamera del licenziamento in tronco.
È successo a Michele Santoro. Succede a Loris Mazzetti. Al dirigente responsabile del programma di Fazio e Saviano, allievo di Enzo Biagi e pilastro di Raitre vengono contestati gli articoli sul Fatto e frasi come: “Bisogna lasciare
In realtà, ciò che lede in modo irrimediabile l’immagine non certo sfavillante di Masi e compagnia è che mentre si tenta di processare Mazzetti con accuse ridicole non si batte ciglio davanti al caso davvero macroscopico delle note spese del direttore Minzolini. Malgrado un corposo e imbarazzante fascicolo giaccia presso il Cda Rai, come afferma in maniera circostanziata il consigliere di opposizione Rizzo Nervo.
Di che meravigliarsi? Questo vertice Rai non è forse al servizio di quel potere assoluto che nel corso di un quindicennio ha sovvertito regole e valori punendo gli onesti e premiando i colpevoli? E quegli “obblighi di diligenza, correttezza e buona fede” così assurdamente contestati a un funzionario che si è esposto per difendere la sua azienda, non dovrebbero essere invece rinfacciati al Direttore generale? Dov’è la diligenza, dov’è la correttezza, dov’è la buona fede in chi non spreca una parola di elogio per chi ha meritato e chiude gli occhi davanti agli scandali?
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