DAVIDE VECCHI
In vista del 14 dicembre, a Roma la compravendita dei politici è già iniziata. E dopo la decisione dell'Idv Scilipoti di votare no, la palla passa in mano ai sei radicali
Se la Camera è ferma, i deputati sono iperattivi. In particolare i parlamentari del Pdl che domani dovranno consegnare al premier il primo bilancio della caccia ai colleghi in vista del voto di fiducia del 14 dicembre. Al momento, con due deputati dello Svp che promettono di astenersi e il voto a favore del medico messinese Domenico Scilipoti dell’Idv, all’obiettivo di Silvio Berlusconi mancano ancora tra i sei e i dieci parlamentari per raggiungere la maggioranza. Ma se riesce a incassare il sostegno dei Radicali, il premier avrebbe la strada spianata alla Camera. I sei deputati di Marco Pannella non sono determinanti, sono fondamentali. Matteo Meccacci, Marco Beltrandi, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti, Antonietta Farina Coscioni e Rita Bernardini.
Durante un incontro tra lo storico segretario di largo Argentina e Ignazio La Russa, Pannella, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ha chiesto un intervento del governo “contro la dittatura televisiva di Michele Santoro” e sul fronte delle carceri, anche con una possibile amnistia. Dopo La Russa, ieri Pannella ha ricevuto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, impegnandosi a non votare la fiducia. Insomma una linea definita i Radicali ancora non l’hanno individuata. Sembra realistica l’ipotesi dell’astensione al momento del voto. “Al momento non ci sono le condizioni per la fiducia – dice Zamparutti – ma bisogna preoccuparsi dei giorni successivi al 14, cosa accadrà? Che politiche attuerà, se ancora resta in vita, questo governo?”.
Pannella per il 16 dicembre ha già un appuntamento: di nuovo con Ignazio La Russa. Proprio due giorni dopo la fiducia. Sarà un incontro, ha spiegato Pannella, fissato per “marcare che quale che sia la soluzione (Berlusconi bis o tris, Tremonti a, b, c o d), noi dobbiamo lavorare per trovare soluzioni effettivamente riformatrici e democratiche per sostenere la situazione che sarà in quel momento quel che sarà”. La trattativa è tutto fuorché conclusa, tant’è che Berlusconi ha deciso di trascorrere anche il ponte dell’Immacolata a Roma per continuare a tessere la trama in vista del 14 dicembre. Oggi il Cavaliere è rimasto nella sua residenza romana in via del Plebiscito e ha convocato per domani i vertici del partito dopo il pranzo all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Ci saranno i coordinatori nazionali, Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi, i capigruppo a Montecitorio e Palazzo Madama, ma anche Daniela Santanché, attivissima nella ricerca di voti. Il sottosegretario all’Attuazione del programma ha trascorso gli ultimi giorni al telefono, con chiamate per lo più in uscita. Agenda della Camera alla mano, ha contattato i cosiddetti “indecisi” per vagliare gli animi, avere conferme, ricevere desiderata. In costante contatto con Francesco Pionati, cacciatore di peones nelle retrovie per conto del premier. Che ieri è riuscito a conquistarsi un deputato dell’Idv, il ginecologo agopunturista Domenico Scilipoti che in serata ha confermato: “Voterò la fiducia”. Una scelta dettata da presunte difficoltà economiche. Questo, almeno, si sussurra nei corridoi del suo partito. Ma tra gli acquisti dell’ultima ora ci sono anche quelli della Vollkspartei che per bocca del deputato Siegfried Brugger fanno sapere di essere disposti a non votare la sfiducia in cambio del parco dello Stelvio, ma soprattuto di un nuovo carcere a Bolzano e di 100 milioni di euro di investimenti. “Stiamo trattando con Tremonti – dice Brugger – una deroga al patto di stabilità”
Santanché non ha dubbi: “Il 14 i numeri ci saranno”, ripete. E ne è sempre più certo lo stesso Berlusconi che, racconta chi lo ha visto in questi giorni, appare ottimista e sereno. Nella sola giornata di ieri ha incontrato a Palazzo Grazioli oltre venti esponenti dei partiti più disparati. “Un mercato a cielo aperto”, denunciano da Fli, che però deve fronteggiare in queste ore le polemiche di una presunta cena tra Italo Bocchino e il Cavaliere. Nel pomeriggio di ieri alla presenza del fidatissimo Aldo Brancher sono sfilati per le stanze romane del premier anche Arturo Iannaccone, leader di Noi Sud, e Riccardo Villari.
Stando a quanto denunciato dal deputato Massimo Calearo in un’intervista a Il Riformista, il voto di un deputato vale tra “350 e 500 mila euro” e “la quotazione, nei prossimi giorni, può ancora salire”. Calearo, imprenditore ed ex pd, non fa nomi né cognomi. Qualche numero sì. Ci sono “345 parlamentari che perderebbero la pensione in caso di scioglimento delle Camere. Per non parlare di coloro che non sono sicuri della non ricandidatura. La psicosi – dice – sta alimentando il mercato degli indecisi”.
Ultimo dei quali Domenico Scilipoti, deputato siciliano dell’Idv che ha deciso di fare il salto dall’altra parte della barricata e schierarsi a favore della fiducia. Ed è Pionati a portare la notizia al premier. Il 14 “saranno 316 i voti a favore, compresi anche alcuni parlamentari che stanno aprendo gli occhi anche nelle file dell’opposizione”. Berlusconi si fida. E in giornata ha convocato due cene per domenica 12 e lunedì 13 con, rispettivamente, senatori e deputati del Pdl. Anticiperà alcuni passaggi del messaggio che porterà alle Camere il giorno successivo e rassicurerà i suoi che la fiducia ci sarà. Radicali permettendo, perché, come ha detto lo stesso Pannella: “Noi siamo imprevedibili”.
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