Luca Talice, astro nascente della Brianza, accusato da due consiglieri del suo partito
di Anna Dassi
Il Bunga Bunga in salsa padana si canta e si balla tra leghisti a Seregno, provincia di Monza e Brianza. A fare il ritmo attorno alla vicenda dai contorni boccacceschi, questa volta non è Elio e Le Storie Tese, ma un integerrimo magistrato che ha aperto un fascicolo per violenza sessuale ai danni di due consiglieri comunali del Carroccio (un ragazzo e una ragazza).
In una denuncia presentata ai carabinieri di Lecco i due giovanissimi militanti del partito di Bossi accusano senza mezzi termini un big nostrano, Luca Talice, astro nascente della Lega brianzola, ma soprattutto assessore alla Sicurezza, Polizia locale e Protezione civile, capogruppo in Consiglio comunale a Seregno ed esponente di spicco dei giovani padani brianzoli. Per intenderci, lo stesso che dopo lo stupro di Guidonia e l’arresto di alcuni romeni aveva rilasciato dichiarazioni tipo: “La polizia ha fatto bene se gli ha dato un po’ di botte”, “fossi stato parlamentare io, sarei andato a trovarli per piantargli un calcio in faccia”. O ancora auspicava lo sputo in faccia pubblico ai violentatori.
DENUNCIA, fascicolo aperto, gran polverone attorno alla vicenda nella Brianza velenosa cantata da Lucio Battisti. Talmente velenosa che pure la politica ha dovuto ieri mattina occuparsene.
Una giunta straordinaria indetta dal presidente della Provincia, l’ex aennino Dario Allevi, si è riunita in via Tommaso Grossi per oltre tre ore.
Uno scontro quasi al limite del contatto fisico tra la parte del Pdl che ricordava ai leghisti come un altro loro assessore si sia dimesso, neanche indagato, per un coinvolgimento nell’inchiesta “Infinito” contro la ‘ndrangheta. Dall’altra,
Il procuratore capo di Monza ha confermato l’esistenza di un’indagine e l’apertura di un fascicolo a carico di Talice. L’accusato, tramite il suo legale, sostiene l’esistenza di “poteri forti” a Seregno che lo vogliono far fuori per le sue prese di posizioni sulla legalità, ma di nomi non ne fa. Alla fine vince il Carroccio e l’assessore rimane al suo posto.
DANIELE Nicolò Giannobi, 27 anni, cassiere in un grande magazzino e Federica Forcolin, 25enne operaia in una ditta di Meda, hanno presentato, a metà dello scorso dicembre, una denuncia molto dettagliata ai carabinieri di Lecco. Una scelta fatta lontano dalla “pettegola” Seregno. Non si tratta di generiche dichiarazioni, ma si raccontano pressioni psicologiche ed episodi specifici di sesso culminate con una vera e propria violenza carnale.
I carabinieri scrivono pagine su pagine e trasmettono tutto al magistrato monzese per competenza territoriale. E Alessandro Pepè, esperto in casi delicati di abusi sessuali, apre un fascicolo d’indagine. Per prima cosa vuole accertare l’attendibilità dei due denuncianti. Chiama come persone informate dei fatti Giacinto Mariani, borgomastro della città, e l’assessore Marco Formenti, pure lui leghista come il sindaco. Con loro altri due esponenti politici del Pdl: Attilio Gavazzi e Maria Teresa Vigano. Quest’ultima, ex assessore ai Servizi sociali, è la persona a cui Federica Forcolin si era rivolta per cercare conforto dopo le violenze subìte.
MA CHE COSA c’è nella denuncia? Ci sono i racconti, quasi boccacceschi se non ci fosse di mezzo la violenza. Si parla di fotografie scattate nella macchinetta della foto tessera in comune con la ragazza costretta a posare nuda, si parla di sesso orale. La stessa vittima costretta - a suo dire - a pratiche sessuali particolari e a girare con un vibratore nella borsetta sempre a disposizione dei voleri dell’assessore. Il ragazzo invece parla di rapporti sessuali avuti con Talice sin da quando era minorenne. Rapporti di cui era consenziente, ma che nell’ultimo periodo avevano preso una brutta piega. Sempre più frequenti e sempre più particolari.
Il magistrato nei prossimi giorni sentirà Talice.
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