lunedì 10 gennaio 2011

Berlusconi: avanti senza elezioni Federalismo a rischio, il Pdl tratta


La politica torna in aula e si apre per il governo il rush decisivo. Il premier Berlusconi è convinto di spuntarla, di superare anche gli scogli di gennaio. Lo ha detto ai suoi in questa tesa vigilia della ripresa. Lo ha ripetuto il suo portavoce Paolo Bonaiuti: "Finite le feste natalizie, gli italiani chiedono al governo di andare avanti. E il governo porterà subito a termine le riforme già avviate, come il federalismo, e altre ne metterà in cantiere. L'opposizione non c'è, sogna soltanto improbabili ammucchiate di forze diverse e divise sui valori, sui principi, su tutto".

Il federalismo fiscale, dunque, è in cima all'agenda. Domani la commissione bicamerale aprirà l'esame del decreto sul fisco municipale (il voto è previsto entro il 21) e il cammino della maggioranza è tutto in salita.
Le aperture della
Lega e del suo "tessitore" Roberto Calderoli in queste ore si sprecano. Da parte di Bossi però il segnale è netto: nessuna modifica. Se, allora, i finiani lasciano aperto uno spiraglio alla trattativa sulla riforma che sta più a cuore al Carroccio, dai centristi di Casini arriva solo una brusca chiusura. Ne parla il segretario Lorenzo Cesa con il leader Udc: "Abbiamo fatto una richiesta chiara e precisa al governo: se sarà rivisto questo federalismo, introducendo un serio e sostanziale quoziente familiare che si traduca in un sostegno concreto alle famiglie, siamo pronti a sederci al tavolo e discutere responsabilmente del testo con il governo. Altrimenti, le solite chiacchiere, i soliti slogan non ci interessano". Il fatto è che, a sentire il ministro della Semplificazione Calderoli, nella riforma il quoziente familiare rivendicato dai centristi ci sarebbe già: "Dentro il decreto sulla fiscalità delle regioni e delle province approvato dalla conferenza unificata" spiega dalle colonne della Padania. Ma non è quello che gli uomini di Casini si attendono. Il braccio destro di Bossi si trova costretto a promettere che studierà qualcosa per venire incontro alle richieste.

Sembra più propizio il dialogo con i finiani. Nei giorni scorsi, era stato il senatore Mario Baldassarri - il cui voto è decisivo in bicameralina - a proporre una serie di correzioni, in assenza delle quali Fli voterebbe contro. Ieri il parlamentare Fli è tornato sul nodo, intervistato da Sky: "Sono federalista convinto ma per questo voglio fare quello vero, strutturale, che non funzioni per i prossimi tre mesi ma per prossimi 50 anni. Voglio ragionare, con i miei colleghi, anche con Calderoli. Se mi si dice voti si o no sul federalismo rispondo: quale? In ogni caso è sbagliato lanciare un'opa su Fli". Si tratta di "proposte di buon senso, sulle quali si può discutere" dice per conto del governo il ministro Altero Matteoli, ottimista anche sul prosieguo della legislatura: "Oggi la possibilità di portarla a termine è maggiore rispetto a 45 giorni fa". La verifica è imminente. Mercoledì si riuniranno le commissioni Finanze e Bilancio della Camera che dovranno pronunciarsi sul decreto sul federalismo municipale. E forse Calderoli si presenterà con ulteriori ritocchi.
(Carmelo Lopapa)

(10 gennaio 2011)

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