sabato 15 gennaio 2011

Berlusconi: teorema per eliminarmi


Riesplode lo scandalo Ruby. E Berlusconi s'infuria. «Ci troviamo di fronte all’ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica. Ma questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica», dice il presidente del Consiglio in una nota della Presidenza del Consiglio dei ministri.«Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona - afferma Berlusconi - alcuni Pubblici Ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto. Sono stati intercettati per mesi, in maniera sistematica, tutti coloro che hanno osato varcare il cancello della mia residenza privata di Arcore, come se essere ospiti del Presidente del Consiglio costituisse di per sé‚ un grave indizio di reato». «Nonostante un imponente apparato investigativo degno di ben altro tipo di indagine e avviato a dispetto di una palese incompetenza funzionale e territoriale, i Pm milanesi alla fine hanno raccolto soltanto chiacchiere e conversazioni private senza alcuna rilevanza penale. Hanno ugualmente proceduto in spregio a ogni norma, a ogni codice, a un utilizzo equilibrato degli strumenti giudiziari, mettendo in atto perquisizioni e trattamenti inaccettabili nei confronti di persone considerate semplicemente "a conoscenza dei fatti"». «Questa ulteriore macchinazione giudiziaria, per quanto possente e ampliata dal solito circuito mediatico - prosegue il premier - non riuscirà a fermarci e a distoglierci dal nostro impegno di cambiare il Paese. Anche questa volta non ce la faranno», conclude Berlusconi.

Fini, che in mattinata è intervenuto davanti a magistrati e avvocati nell’Aula magna della Corte d’Appello della città siciliana, senza fare alcun riferimento all’attualità politica, ha ribadito l’importanza del «ruolo dei magistrati» e la necessità di una corale assunzione di responsabilità, perché «dimenticarlo è fare torto a un impegno e ad un sacrificio. La democrazia italiana è più credibile grazie al loro impegno», come dimostrano i «colpi» inferti al terrorismo, alla mafia e al «martiriologio» delle toghe.

Pier Luigi Bersani, invece, premette che sul caso Ruby «non vuole parlare di magistratura, che fa il suo mestiere» ma il leader Pd ha idee molto chiare sul contesto: «Una minorenne - dice infatti - dovrebbe andare a scuola e non a cena, per così dire, da dei vecchi ricconi. Non dovrebbe girare con migliaia di euro in tasca. Non dovrebbe essere buttata fuori dalla Questura per poi essere, un’ora dopo, riconsegnata ad una prostituta. Perché una minorenne - sottolinea - è una minorenne, a prescindere dal fisico che ha e da quello che ha in testa. Dunque, va tutelata». «In questo momento - conclude - noi ci vergogniamo davanti al mondo, e se sopportiamo anche questo il mondo fa bene a vergognarsi di noi».

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non lo vuole proprio accettare di essere arrivato al capolinea. Qualcuno glielo dica: "Gioiaaaa! Sei al capolineaaaa! Stavolta sei f-o-t-t-u-toooo!