di Gianni Barbacetto
“Mandateci Nicole Minetti, a fare i banchetti!”. “Raccogliere firme per Silvio? Chiedetelo a Lele Mora!”. Rivolta in casa Pdl, dopo la bufera del Bunga-bunga.
Lunedì sera c’è stata una riunione nella sede del partito in viale Monza. Presenti due ministri, Ignazio
Inaspettate le reazioni: il malumore che da qualche giorno circola nelle file del centrodestra, secondo quanto racconta chi c’era a quella riunione, è esploso. Prima erano solo battute al veleno. Del tipo: visti i soldi che girano per le ragazze, i banchetti pagateceli. Oppure fateli fare alle ragazze di Lele Mora. A raccogliere le firme mandateci
Poi sono arrivati anche gli interventi apertamente critici. Incredibile, nel partito a Milano, cuore del berlusconismo.
Per la prima volta, si sono sentite voci dissonanti dalla linea della difesa a oltranza del Capo.
Anche il pasticcio dell’esclusione del listino di Roberto Formigoni alle ultime elezioni regionali e le polemiche sulle firme, che secondo i Radicali di Marco Cappato (e non solo loro) erano false.
È la notte del 27 febbraio 2010 quando, dopo trattative defatiganti, viene finalmente compilata la lista definitiva dei candidati nel listino “Per
Imporli all’ultimo momento vuol dire dover rifare la raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste: tutto in una notte? Impossibile, sostiene Cappato. Per questo molte firme sarebbero state falsificate. Per questo i giudici escludono subito il listino Formigoni dalla competizione elettorale, recuperandolo e riammettendolo solo in un secondo tempo.
“Il listino si è trasformato in un casino”. Così si ripeteva in Consiglio regionale. Ma il ciellino Formigoni non ha niente da dire. La morale e lo stile di vita corretto li si pretende dai semplici cristiani, non da Berlusconi e dalle sue amiche. Le competenze e capacità politiche dei candidati, poi, sono optional. Così il Bunga-bunga è entrato al Pirellone.
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