sabato 15 gennaio 2011

Caso Ruby, gli avvocati di Berlusconi: "Premier dai pm? Non ancora deciso"


È un’apparente calma quella che si respira, oggi, in Questura, a Milano, a seguito del terremoto di ieri causato dalla prosecuzione delle indagini sulla vicenda di Ruby Rubacuori.

Dopo le molte persone sentite, infatti, oggi è stato spiegato che non ci sono state nuove audizioni di testimoni, che ieri erano state svolte dalla Squadra mobile mentre la polizia giudiziaria della Procura della Repubblica si era occupata delle perquisizioni. Tra gli altri ieri pomeriggio, in via Fatebenefratelli, erano state sentite anche la consigliera regionale
Nicole Minetti (indagata nel procedimento) e Alessandra Sarcinelli, ex meteorina.

Alcune fonti vicine all’inchiesta che vede indagato il premier Berlusconi per prostituzione minorile e concussione, hanno chiarito che per gli sviluppi dell’indagine era necessario effettuare le perquisizioni ieri. Rispondendo alla polemiche scaturite dal fatto che la Procura si è mossa subito il giorno seguente alla decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, le stesse fonti hanno spiegato che si è attesa propria la sentenza della Consulta per lasciare che i giudici valutassero serenamente e poi si sono effettuate le perquisizioni che non potevano più essere rimandate, nemmeno di qualche giorno.

Intanto
Piero Longo, uno dei difensori di Berlusconi, frena sull'ipotesi che il suo assistito si rechi in Tribunale: «Non è ancora stato deciso se il presidente del Consiglio andrà a rispondere ai pm - spiega - e, quindi, al momento rimane anche aperto il discorso del legittimo impedimento, del quale ne discuteremo nell’eventualità di un interrogatorio». Il Cavaliere è stato convocato dai pm per il 21 o il 22 o il 23 gennaio prossimi. La Procura potrà procedere se Berlusconi non si presenterà nelle date fissate per l’interrogatorio senza dare spiegazioni, mentre dovrà tener conto di un eventuale legittimo impedimento che sarà indicato dal premier.

Nei confronti del presidente del Consiglio sono stati ipotizzati i reati di
prostituzione minorile e concussione. Il primo si riferisce, secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori, a presunti atti sessuali con minorenni e in questo caso con la giovane marocchina ritenuta parte offesa nelle indagini. Il secondo invece alle pressioni che Berlusconi avrebbe fatto sui funzionari della Questura nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi quando la ragazza venne trattenuta per via di un furto e poi rilasciata e affidata al consigliere regionale lombardo Nicole Minetti, anch’essa indagata.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Capito? Per non affondare si attaccano ancora al legittimo impedimento, ma quale e come? In quei giorni terrà tre consigli dei ministri, uno al giorno? E secondo loro i PP,MM. non andranno a controllare?