mercoledì 19 gennaio 2011

Caso Ruby, la Giunta rinvia l'esame Bersani: "Adesso Berlusconi lasci"


La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha rinviato a martedì prossimo alle 14 l'avvio dell'esame della richiesta di autorizzazione alla perquisizione in uno degli uffici di Silvio Berlusconi, avanzata dai pm di Milano nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. Il presidente della Giunta Pier Luigi Castagnetti ha infatti accolto la richiesta del relatore del dossier, Antonio Leone (Pdl), che ha chiesto più tempo per preparare la relazione.

«Mi è sembrata una richiesta ragionevole - ha spiegato il democratico - quindi ci siamo aggiornati alla settimana prossima». Castagnetti ha fatto sapere che martedì verrà anche definito un calendario delle sedute della Giunta "non ordinario" rispetto al solito: «Abbiamo deciso di dedicare maggiore spazio alle sedute», che in genere invece non vanno oltre la mezz'ora prima dell'inizio dei lavori mattutini dell'Aula.

«Serviranno tuttavia un paio di settimane - ha proseguito il presidente della Giunta - non credo riusciremo a chiudere la prossima settimana anche perché tutti i membri vorranno intervenire sulla vicenda e nel nostro regolamento non ci sono limiti di tempo per i singoli interventi». La Giunta tuttavia deve arrivare ad una decisione entro il 14 febbraio, ovvero entro 30 giorni dall'arrivo a Montecitorio delle carte della Procura di Milano.

Bersani: "Non chiediamo le elezioni, ma Berlusconi lasci"
«Noi non chiediamo le elezioni anticipate, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco. È lui che deve levare dall’imbarazzo se stesso e il Paese, vada dai giudici da dimissionario e poi si rimetta alle decisioni del capo dello Stato». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, torna sul caso Ruby e sulle sue conseguenze politiche e, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se le opposizioni chiedono le elezioni anticipate, afferma: «Se arriviamo al voto è per un suo totale fallimento. Lui ha tradito l’articolo 54 della Costituzione che pretende da chi ha cariche pubbliche disciplina e onorabilità». «Berlusconi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato e non c’è bisogno della magistratura per sostenere questo». Bersani afferma poi di ritenere inspiegabile l’atteggiamento del Pdl: «È difficile spiegarselo, sembra un meccanismo di solidarietà portato all’eccesso anche davanti a queste evidenze». Dunque, per Bersani, «chi ha responsabilità morali, anche l’elite del Paese, deve dire una parola chiara perchè se ingoiamo anche queste cose dobbiamo vergognarci».

D'Alema insiste: "Berlusconi venga al Copasir"
Intanto, il presidente del Copasir Massimo D’Alema torna a chiedere che «come dice la legge» il premier riferisca al Comitato: «Siamo sempre in attesa, domani vediamo il sottosegretario Gianni Letta e glielo chiederemo di nuovo». «È assurdo che questo - afferma D’Alema - sia al centro di un dibattito visto che per legge il premier deve riferire periodicamente al Copasir. A noi non interessa che cosa il premier fa nelle sue case, non si tratta di curiosità malsana ma la legge attribuisce a lui delle competenze esclusive sulle quali è tenuto a riferire».

Alla Camera nasce il gruppo dei "responsabili"
Alla Camera, invece, nasce il gruppo dei "responsabili". La sua costituzione sarà formalizzata nel pomeriggio con una lettera alla presidenza della Camera e domani ci sarà l’annuncio alla stampa. I componenti saranno 20, ma si punta a ottenere una ventunesima adesione a breve. Capogruppo pro tempore dovrebbe essere
Luciano Sardelli. Dopo la costituzione del gruppo, la presidenza della Camera provvederà a ridisegnare le quattordici commissioni, in sei delle quali i "responsabili" avranno due componenti. Non saranno al momento toccate invece le bicamerali, ha spiegato Arturo Iannaccone, perchè il mandato è personale: «Ma contiamo su un gesto di sensibilità, per avere un nostro rappresentante nella commissione per l’attuazione del federalismo fiscale».

Berlusconi: "Dimettermi? Ma siete matti"
«Dimissioni? Caso mai ci sarà qualcun'altro che dovrà pensarci, non certamente io. Io sono la persona offesa e credo che con me sia stata offesa la democrazia perché son cose che in uno stato democratico non si possono concepire». Silvio Berlusconi rimanda al mittente tutte le accuse e aggiunge: «Vi sembra una cosa concepibile che il premier accusato dalla sinistra di essere un dittatore abbia la propria casa spiata per un anno intero e che tutti i suoi ospiti sono stati registrati e da quel momento sottoposti a controlli telefonici continuativi. E' una cosa che non credo possa esistere in nessun Paese e non credo sia giusto che esista qui. Credo che la cosa sia stata davvero molto grave. Questo è un processo che non ha nulla da processare, questa mossa non è stata assolutamente portata sul piano giudiziario, è semplicemente una mossa portata sul piano mediatico e si rivelerà un boomerang nei confronti di chi l'ha attuata».

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