mercoledì 12 gennaio 2011

Dal Csm primo no all'esposto del pm "Il plenum archivi la lettera della Fiorillo"


Il Consiglio superiore della magistratura archivi la lettera-esposto presentata dal pubblico ministero del tribunale per i minorenni di Milano Annamaria Fiorillo. E' questa la richiesta avanzata al plenum dalla Prima Commissione di Palazzo dei marescialli dopo aver preso in esame la denuncia del magistrato che si era occupato di Ruby , la ragazza marocchina portata in Questura a Milano per un furto e poi rilasciata e affidata al consigliere regionale Nicole Minetti dopo una telefonata del presidente del Consiglio Berlusconi.

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Nella sua nota Annamaria Fiorillo aveva segnalato discrepanze tra quanto accaduto e quanto riferito in Parlamento dal ministro dell'Interno Roberto Maroni sulla vicenda. E, in particolare, aveva evidenziato di non aver mai autorizzato l'affidamento di Ruby a Minetti, a differenza di quanto affermato dal titolare del Viminale, chiedendo al Csm di chiarire la situazione.

Una richiesta irricevibile secondo la Prima Commissione che all'unanimità ha deliberato che si tratta di accertamenti che esulano dalla competenza del Csm. La commissione ha quindi escluso anche che ci siano i presupposti per l'apertura di una pratica a tutela del magistrato: la sua credibilità non sarebbe infatti stata messa in pericolo o danneggiata dalle parole del ministro dell'Interno, che si è limitato a difendere i suoi uomini e ad esprimere una posizione diversa dal pm di Milano, ma in toni rimasti sempre rispettosi, spiegano a Palazzo dei Marescialli. Di qui la decisione di chiedere al plenum di chiudere il fascicolo, senza nemmeno procedere a un'attività istruttoria.

Ragioni che dovranno essere messe ora nero su bianco nelle motivazioni al provvedimento, che solo una volta completo sarà trasmesso all'assemblea del Csm per la decisione finale. Sulla vicenda sono già in corso da tempo accertamenti da parte del procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito.

Dal canto suo, Fiorillo difende la sua istanza: "Penso sia molto utile per tutti noi magistrati non archiviare la mia pratica se non dopo una riflessione e un confronto perché la mia vicenda ha un valore simbolico che riguarda questioni più grandi e cioè il rispetto della magistratura e il ruolo dell'autorità giudiziaria nel nostro sistema".

(11 gennaio 2011)

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