PAOLO FLORES D’ARCAIS
Sia chiaro, noi siamo garantisti e anche libertari: fra adulti consenzienti, in fatto di sesso è consentito di tutto e di più. Adulterio, masturbazione, orge, sadomasochismo, uso di pornografia e “gadget” sessuali (dal vibratore al viagra alle iniezioni nei corpi cavernosi), scambio di coppie, prostituzione, financo sesso con animali (se non si dà luogo a maltrattamento), e chi più ne ha più ne metta, il tutto sia in chiave etero che omo che transessuale. Nessuno, magistrato o giornalista che sia, in questa sfera privata deve poter mettere becco. Tranne, per il magistrato, i rarissimi casi sanzionati dal codice. E, per il giornalista, quanto il politico, con le sue scelte, ha deciso di sottrarre alla sfera privata e rendere tema pubblico (se prepari una legge contro la prostituzione, non puoi poi essere l’utilizzatore finale della medesima. Se lanci un family day, hanno diritto a mettere in piazza il tuo adulterio. Se lanci anatemi contro i gay, non puoi invocare la privacy se scoprono la tua relazione omosessuale).
Dunque, nei confronti di Berlusconi la questione non è l’immoralità della sua vita privata: fatti suoi (e di sua moglie), e magari dei monsignori che l’omaggiano e lo forniscono di comunione malgrado l’ostentazione della sua condotta poco cattolica. Se non fosse che Berlusconi si era fatto Gran Protettore del family day e altre manifestazioni clericali, stabilendo con ciò che il suo comportamento extra coniugale diventava politicamente rilevante. E se non fosse che pagare una prostituta è legale, ma solo se la signorina è maggiorenne. E che un pubblico ufficiale non può fare “interventi di favore” a qualcuno, in cambio (anche solo della promessa!) di “denaro o altra utilità”, poiché il codice condanna tale comportamento come reato di concussione (art 317 c.p.), e il sesso è certamente la più antica di tali “altre utilità”.
Perciò, nei confronti di Berlusconi non vi è alcuna violazione della sacrosanta privacy, come ha subito strepitato l’ineffabile e impagabile avvocato on. Ghedini, ma solo una doverosa inchiesta per appurare se e chi abbia eventualmente commesso concussione o abuso, per minore età, di prostituta.
Questo post è naturalmente dedicato a monsignor Rino Fisichella, che doveva diventare cardinale all’ultimo Concistoro (ma la porpora è solo rimandata al prossimo), e che certamente terrà una solenne omelia per spiegare al gregge come il sesso fuori del matrimonio resti bensì un peccato mortale (la cui pena è il fuoco eterno) ma se il reo è un vecchione di potere, da cui dipendono lauti finanziamenti alle scuole cattoliche, il peccato deve essere misericordiosamente “contestualizzato”.
1 commento:
Raramente Paolo Flores d'Arcais deraglia, come nel caso Antonio Di Pietro. Questa volta non ha deragliato.
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