Sono state consegnate in procura a Milano le carte difensive degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, che assistono Silvio Berlusconi nell'indagine sulle feste ad Arcore in cui il premier risponde di concussione e prostituzione minorile. Decine e decine di pagine che i pm analizzeranno nei prossimi giorni. Ma
Sono due le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Milano al presidente del Consiglio: prostituzione minorile e concussione. Nella stessa inchiesta sono indagati l'agente dei vip, Lele Mora, il direttore del Tg4, Emilio Fede, e il consigliere regionale della Lombardia per il Pdl, Nicole Minetti. Tutti accusati di favoreggiamento della prostituzione per aver portato - sempre secondo l'ipotesi formulata dall'accusa - decine e decine di ragazze ad Arcore e aver organizzato festini a luci rosse nella residenza lombarda del premier.
La Macrì due ore in procura. E' la seconda audizione nel giro di pochi giorni per Nadia Macrì, che ha raccontato di rapporti sessuali a pagamento con il premier Silvio Berlusconi e di aver visto anche Ruby che prendeva soldi dal presidente del Consiglio: la donna era stata già sentita dai pm milanesi venerdì scorso. Gli inquirenti stanno cercando riscontri alle sue dichiarazioni. Il nuovo confronto - durato due ore - è servito agli inquirenti per avere un quadro più chiaro della situazione. Secondo quanto si è potuto apprendere da qualificate fonti giudiziarie, infatti, la versione raccontata dalla giovane nell'interrogatorio di venerdì scorso non avrebbe convinto del tutto i magistrati titolari dell'inchiesta, soprattutto a causa di alcune incongruenze che non troverebbero riscontro con il materiale probatorio raccolto. Al termine il capo della procura Edmondo Bruti Liberati spiega: "Abbiamo verificato le dichiarazioni e decideremo nei prossimi giorni se inserirle nella richiesta di processo con rito immediato". Silenzio sull'attendibilità della Macrì: " "Sono delle conclusioni che tireremo prossimamente e non intendo anticipare nulla".
Parallelamente al lavoro dei magistrati, prosegue anche quello del Parlamento.
Poi la questione passerà all'aula che potrà ratificare o rovesciare la decisione della giunta. Sull'esito peserà anche la scelta di chiedere o non chiedere il voto segreto, condizionata alla linea che la maggioranza terrà in giunta. Lo scrutinio segreto è possibile solo se l'aula si esprime su vicende che riguardano persone, ma se la richiesta fosse di restituire semplicemente gli atti alla procura con la motivazione che competente sul caso è il tribunale dei ministri il voto non potrà che essere palese.
(24 gennaio 2011)
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