Il passaggio sul federalismo segna il traguardo del premier. Il Carroccio è pronto a mollare il Cavaliere che, ridotto ai telemessaggi, invia una lettera per invocare l'aiuto del Pd. "Proposta tardiva, discuteremo con un altro premier", ribatte Enrico Letta
Roberto Maroni, in un’intervista sempre al quotidiano di via Solferino, formalizza la posizione del Carroccio. Condivide le preoccupazioni di Giorgio Napolitano (“se decide di sciogliere le Camere ne prenderemo atto”), ricorda che ciò che conta è solo approvare il federalismo e annuncia: “Alle urne saremo con il Pdl e se il premier non si candiderà più, il centrodestra ha altri nomi”. Il senatùr ha dettato la linea, durante il vertice di oggi pomeriggio nel quartier generale di via Bellerio sarà confermata: blindiamo l’accordo con il Terzo polo per far passare il federalismo subito e impegniamoci con loro e con il Colle a sostenere un percorso condiviso per creare un governo alternativo a Berlusconi. Le urne? Se passa il federalismo
Il Pdl reagisce in modo a dir poco scomposto. Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma, si scaglia contro il collega Maroni: “Non daremo alla Lega nessuna emozione nuova, Berlusconi è il nostro premier e in caso di elezioni sarà il nostro candidato”. Franco Frattini, ministro degli Esteri fino a venerdì impegnato a produrre documenti in linea con le tesi de Il Giornale sulla proprietà della casa di Montecarlo, si rimangia la richiesta di dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera: “Abbiamo detto più volte che questa è una valutazione che l’interessato può fare”. Parlando poi della sua informativa sulla vicenda, ha aggiunto: “Ho avuto il dovere istituzionale di rispondere al Parlamento. Non sta a me trarre le conclusioni”. E se Maurizio Gasparri, scoprendosi moderato, invita ad accettare il confronto proposto dal governo, l’iperberlusconiano ministro della Cultura, Sandro Bondi, invoca “la collaborazione nell’interesse del Paese” del Partito Democratico.
“Siamo alla farsa”, commenta David Sassoli. Per il Verde, Bonelli, quella di Berlusconi è “la provocazione di un disperato”, mentre Beppe Fioroni non prende neanche in considerazione la proposta del Cavaliere. “A Berlusconi non può sfuggire che dopo aver demolito, ora bisogna che altri ricostruiscano”. Fioroni poi cita
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