sabato 8 gennaio 2011

LA TALPA DI PIO POMPA


Due procure trovano tracce di Alfonso Papa
Avrebbe schedato l’eurogiudice Mario Vaudano

di Marco Lillo e Antonio Massari

Le procure di Napoli e Perugia sono in collegamento per verificare un’ipotesi: il magistrato Alfonso Papa, che non risulta indagato, oggi parlamentare del Pdl, all’epoca vice capo gabinetto del ministero di giustizia, è lo stesso magistrato che lavorava come “talpa” per l’archivio di Pio Pompa? Menzionato più volte come “fonte” nei report e nelle schedature sequestrate al Sismi? Il pm Henry John Woodcok ha incontrato a Perugia il pm Sergio Sottani, che sull’archivio del Sismi ha indagato in questi anni. Le due procure stanno verificando se i dubbi su Papa, emersi anche dalle dichiarazioni del magistrato napoletano Umberto Marconi, possano avere un riscontro oppure no.

LA FONTE menzionata nell’archivio sequestrato a Pompa si sarebbe preoccupata anche della magistratura europea. In una decina di occasioni, tra gli obiettivi menzionati nella schedatura del Sismi, si parlava del magistrato Mario Vaudano. E in un report si legge chiaramente: “Come già rappresentato esiste un disegno, in fase di perfezionamento, da realizzare nell’ambito di organismi investigativi dell’Unione europea (Olaf – organismo per il contrasto alle frodi e alla corruzione) volto a enfatizzare iniziative aggressive già in corso o a promuoverne altre nei confronti di alte personalità di governo e/o del governo stesso (…). Tale strategia è volta sia a stimolare vere e proprie iniziative giudiziarie e/o di de-legittimazione di soggetti specifici sia a creare le condizioni per impedire che finanziamenti e/o provvidenze previsti per l’attuazione di taluni programmi vengano congelati sine die se non addirittura revocati”. Vaudano nel 2002 sarebbe dovuto passare proprio all’Olaf, dopo aver vinto il concorso, mancava soltanto la firma del decreto che ratificava la nomina. Decreto che però – sotto il governo Berlusconi – non venne firmato. Si legge ancora nel resoconto sequestrato al Sismi: “Nelle ultime ore persona di sicura affidabilità, avente medesima estrazione professionale dei soggetti prima indicati come potenzialmente pericolosi, e rivestente oggi qualificato incarico di supporto governativo, ha ritenuto di dover rappresentare ulteriori allarmanti elementi di pericolosità dei quali ha contezza diretta anche in ragione del suo Ufficio”.

STESSA estrazione professionale – cioé magistrato – incarico di supporto governativo: potrebbe essere, in teoria, il ritratto di Alfonso Papa, toga prestata al governo che, in quegli anni, rivestiva la carica di vice capo di gabinetto al ministero di Giustizia. “La fonte – prosegue il report – ha riferito di aver già fornito indicazioni in tal senso a taluni esponenti del governo in carica”. C’è un altro elemento che, però, sta incuriosendo gli investigatori: l'interesse di Papa e un altro magistrato, Vincenzo Barbieri, nel 2006, per un alto esponente della giustizia europea. “Senti”, dice Barbieri a Papa, il 23 giugno 2006, “avevi ragione come al solito. Ma là chi è che soffia contro di Cesare? Perché, secondo me… hai letto oggi il giornale? Ma là, praticamente, questa notizia non può che provenire da Bruxelles. Perché a questo punto è quel delinquente che…”. Cesare, potrebbe essere Cesare Martellino, giudice gradito al centrodestra, all’epoca a capo dell'EuroJust, dove aveva preso il posto di Gian Carlo Caselli, altro“schedato” – come Vaudano – nei report di Pollari e del magistrato “talpa”. Il nome di Martellino, in quei giorni, era stato associato dai giornali alle inchieste sul calcio condotte dalla procura di Napoli. Papa e Barbieri al telefono parlano di un “delinquente” che “soffiava su Cesare” e Papa risponde a Barbieri: “Non ci sono proprio dubbi”. Capito?”, continua Barbieri, “è quel delinquente da sopra che sta tramando”. Forse sarà soltanto una coincidenza, ma a quanto pare, Papa e Barbieri, erano parecchio interessati a chi “soffiava” su “Cesare” e individuavano il “delinquente” proprio a Bruxelles dove, ormai da tempo, Vaudano era riuscito comunque a insediarsi. Il nome di Papa, inoltre, compare, sempre a Perugia, nelle intercettazioni sulla “cricca” che gestiva i grandi appalti del G8. Papa era infatti in contatto con Camillo Toro, figlio di Achille, l’ex procuratore aggiunto di Roma, a sua volta accusato, nell’inchiesta sulla “cricca”, di essere la “talpa” che lasciava filtrare informazioni agli indagati. Papa e Achille Toro parlano per telefono il 9 febbraio 2010: proprio il giorno prima degli arresti. “Ti volevo chiedere”, dice Papa, “che tu sappia rispetto a quel discorso che noi tenevamo un pochettino in sospeso così ...ci sono state delle evoluzioni? di tipo negativo”. “Quel discorso un po’ complesso – risponde Toro – ci sono state evoluzioni significative e negative … molto negative … la situazione è grave... non so come dirti se ci riferiamo insomma a quel problema”. “Ma quindi – prosegue Papa – ci sono degli sviluppi immediati? a breve?”. “Eh ...sì”, conclude Toro, “ci potrebbero essere perché il problema non è qua ma è da un’altra parte capito?”. “Ma ci possiamo vedere un attimo?”, domanda Papa, prima di fissare un incontro per “un caffé”. Stralci di telefonate che interessano gli investigatori, ma che non dimostrano ancora nulla.

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