mercoledì 12 gennaio 2011

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DEL CITTADINO DI LODI

ALESSANDRO CANEVARI

Caro direttore,

pare che l’ing. Luigi Sibilio, Idv Codogno, abbia commesso un delitto di lesa maestà in salsa padana, in quanto:

- ha attaccato Flavio Parmesani e i suoi per le copertine col simbolo della lega donate alla casa di riposo di Casale;

- ha sottolineato la contraddizione leghista, secondo la quale i cristiani sono attaccati in tutto il mondo (e quindi bisogna difendere la libertà religiosa), ma qui in Italia lottano per far chiudere (o non costruire) luoghi di culto musulmani (oggi. poi domani saranno altre religioni). Quindi ho citato la libertà religiosa sancita dalla costituzione;

- Pur condannando le offese, verso chiunque siano rivolte, ha consigliato al presidente della provincia (il leghista Giuseppe Foroni) di fare un tour provinciale alla scoperta delle scritte offensive con le quali i militanti leghisti da 20 imbrattano i muri e degli adesivi col simbolo della Lega appiccicati ovunque in quel di Codogno. Ha anche suggerito a Foroni di far togliere dai suoi militanti gli adesivi e di tinteggiare i muri, così da porre rimedio al danno che gli italiani, generalizzando, subiscono da troppi anni.

Siccome immagino che interventi a difesa del Sibilio non ne verranno dalla segreteria provinciale dell’IdV di Lodi (non è intervenuta nemmeno a di difesa di Antonio Di Pietro, il che la dice lunga sul coraggio degli esponenti locali), mi permetto io, ‘quivis de populo’, a svolgere una difesa, peraltro non difficile.

Il Sibilio è stato attaccato, piuttosto rusticamente e in pregiato stil nuovo padano, sia dal segretario della sezione Adda – Lega Nord Padania, tal Alessandro Canevari, sia dai ‘militanti’ della stessa sezione, che riguarda i un grappolo di comuni della provincia (dieci, per l’esattezza).

Per saperne di più. Alessandro Canevari: “E' nato a Codogno il 17 luglio 1978, risiede a Maleo ed è celibe. Dopo la maturità scientifica, conseguita presso il liceo “Novello” di Codogno, nel 1997, si è laureato in Scienze Politiche, con indirizzo internazionale, presso l’Università Degli Studi di Pavia, nel 2004, discutendo la tesi: “La Santa Sede e la politica internazionale: Il pontificato di Paolo VI e l’Onu. (1963– 65)”. Ha assolto gli obblighi di leva prestando servizio come obiettore di coscienza presso il Comune di Maleo (2003/2004). E’ stato insegnante di Matematica, Scienze, Geografia e Normative sulla Sicurezza Lavoro presso l’Istituto Superiore Centro di Formazione Professionale di Abbiategrasso “Fondazione Luigi Clerici” e impiegato come “Responsabile dell’Ufficio Protocollo e Messo notificatore”, presso il Comune di Casalpusterlengo. Attualmente è impiegato presso la società di ingegneria e di progettazione “SIME ENGINEERING”, presso la sede di San Giuliano Milanese, con ruolo di responsabile del servizio qualità, responsabile del servizio logistico e addetto del servizio prevenzione e protezione. Dal 2002 è iscritto e tesserato al movimento politico “Lega Nord Padania”. Dall’Ottobre 2007 al Dicembre 2009 è stato segretario della “Sezione Adda-Po” dello stesso Movimento. Attualmente è segretario della “Sezione Adda”. Eletto Consigliere Comunale nel 2004 è stato, fino al 2009, Capo Gruppo di Maggioranza con delega del sindaco all’istruzione ed alle politiche giovanili. Rieletto nel 2009 è Presidente del Consiglio comunale e Consigliere delegato al commercio ed alla sicurezza.”, presso il comune di Maleo.

Devo premettere che quando sento parlare di Padania (Vittorio Sgarbi ai tempi pronunciava Padanìa) mi viene l’orticaria.

“Padania è una denominazione geografica alternativa usata per indicare la Val Padana. Il suo utilizzo si è diffuso a partire dagli anni novanta quando il movimento politico della Lega Nord indicò con questo nome sia un'entità politico-amministrativa astratta corrispondente all'attuale Italia settentrionale, sia il Nord Italia geografico. Da allora il termine è divenuto di uso comune mantenendo tuttavia una forte connotazione politica.” (Wikipedia). Si tratta cioè di una invenzione, derivata dalla denominazione “val Padana”, il bacino idrogeografico del fiume Po (Padus per i latini, da cui l’aggettivo padano) e di mero contenuto politico, per indicare l’Italia settentrionale (Piemonte, Lombardia. Emilia Romagna. Veneto). Mi limito a riportare la notizia che il 17 giugno 2010 la Società Geografica Italiana ha riaffermato che la Padania come spazio etno-culturale omogeneo, non esiste e leggere la scritta sul Sole delle Alpi, tanto caro al sindaco di Agro, in cui è scritto “Padania libera”: da chi? Da che cosa?

Torniamo all’aggressione giornalistica a Sibilio.

Il dr. Canevari non vuole le moschee sul proprio territorio (“la Lega non vuole le moschee sul proprio territorio perché spesso queste non sono luoghi di culto.”), un modo abbastanza rudimentale di intendere la libertà religiosa.

Vediamo che cos’è. “Il diritto di libertà religiosa è un diritto pubblico subiettivo che si inquadra nel vasto genus dei diritti di libertà.

La Libertà religiosa per una persona (ad esempio un cittadino di fronte allo Stato) viene misurata[senza fonte] in base a vari fattori quali la possibilità di cambiare la propria fede religiosa o di abbandonarla senza limitazioni o ritorsioni da parte di autorità precostituite o l'avere gli stessi diritti dei cittadini che hanno una fede differente, ovvero ancora non essere oggetto di disprezzo o di persecuzione.

Nell'Europa occidentale il primo documento legislativo emesso sulla libertà religiosa è l' Editto di Torda e risale al 1568, opera di Giovanni II d'Ungheria, principe di Transilvania e Partium.

Oggi la libertà religiosa è tutelata dalla maggior parte degli Stati moderni attraverso Costituzioni e, in sede internazionale, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata all'ONU nel 1948.

In Italia la Costituzione difende questo diritto agli articoli 3, 7, 8, 19, 20, 117/c a cui si rimanda per approfondimenti. Inoltre concorrono leggi apposite, come il Concordato fra Stato e Chiesa (chiamato nella sua prima stesura col nome di Patti Lateranensi), e intese analoghe fra lo Stato ed altre religioni.”(Wikipedia).

È il tempo in cui si scrive e parla dell’art. 3 Cost., leggere cosa c’è scritto:” I] Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

[II] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”. chiaro, vero?

Ma cosa dirà mail l’art. 8 Cost.? “[I] Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

[II] Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

[III] I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.”.

Ma allora l’opposizione alla costruzione delle moschee, posto che tutte le leggi italiane nella materia siano rispettate, che valenza ha? È una prepotenza! Infatti, le moschee non sarebbero costruite né a casa di Sibilio né a quella di Canevari.

Tutte le altre denunce che ha fatto Sibilio, e che io leggo sul Suo quotidiano, possono essere smentite solo da una accurata verifica sul territorio, o no? Il grosso problema caro Direttore è che l’Italia non è un paese normale, se mai lo è stato adesso non lo è più.

Concludo dicendo che l’integralismo è un’altra parola che mi da l’orticaria, qualunque tipo di integralismo, religioso, politico, ideologico.

Ciò che mi concilia è il rispetto della legge e fra le persone, altrimenti è la nuova barbarie.

Luigi Morsello, già direttore del carcere di Lodi, IdV Lodi

1 commento:

L'angolo di raffaella ha detto...

Bravo!
Forse così lo capisce, finalmente!!!