sabato 22 gennaio 2011

Mafia, processo in Cassazione confermata la condanna a Cuffaro


di ALESSANDRA ZINITI

I giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, hanno confermato, a carico dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio nell'ambito del processo "talpe alla Dda". Cuffaro, eletto al Senato con l’Udc è poi passato ai Popolari Italia Domani che sostengono il governo.

L'ex governatore della Sicilia attende nella sua abitazione romana di essere tradotto in carcere, probabilmente andrà a Rebibbia. In base alla legge, la sentenza della Cassazione verrà trasmessa alla Corte d’appello di Palermo che emetterà l’ordinanza di carcerazione. Documento che verrà trasmesso al Senato che dovrà prenderne atto.

Questa mattina Cuffaro si è raccolto in preghiera in una chiesa nei pressi della sua abitazione romana, di fronte al Pantheon, in attesa della sentenza. A Roma con lui il fratello Silvio, la moglie Giacoma e il figlio, mentre la figlia è rimasta a Palermo.

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Ieri il procuratore generale Giovanni Galati, nella sua requisitoria, per Cuffaro aveva chiesto una riduzione della pena, soprattutto aveva chiesto di fare cadere l'aggravante del favoreggiamento alla mafia. Se fosse stata accolta questa richiesta sarebbe stato necessario un nuovo verdetto da parte della Corte d’appello: considerati i tempi, per i reati contestati al senatore del Pid sarebbe scattata nel giro di pochi mesi la prescrizione. Ma i giudici di Cassazione non hanno ascoltato il procuratore Galati confermando la sentenza di appello. A questo punto il verdetto di condanna è definitivo.

"E' una sentenza che desta stupore e rammarico anche perché, ieri, la Procura della Cassazione, con una richiesta molto argomentata, aveva chiesto l'annullamento dell'aggravante mafiosa per l'episodio di favoreggiamento ad Aiello, richiesta che se accolta avrebbe sgonfiato del tutto la condanna". Lo ha detto l'avvocato Oreste Domignoni, difensore di Cuffaro, insieme a Nino Mormino, al termine della lettura del verdetto.

(22 gennaio 2011)

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