sabato 22 gennaio 2011

"Mia sorella con Noemi a Villa Certosa per farci tacere ci hanno offerto lavoro"


di CONCHITA SANNINO

In cambio del silenzio di Roberta, in cambio delle bocche cucite che servono a salvare il premier e a dimenticare ciò che una minorenne ha visto e vissuto a Villa Certosa, offrono lavoro ("pochissimo") e promesse ("tante"). Perfino la chimera di "un posto in Regione". Tutto dietro "un volume enorme di pressioni e incontri romani e napoletani. Ma noi non ci siamo venduti, avevamo solo terrore che Roberta passasse per una prostituta, mentre lei è rimasta una ragazza semplice, l'unica di tutte quelle lì che non vuol fare lo spettacolo, se ne frega e sta studiando all'Università".

Un racconto conferma i sospetti: a guidare le trattative con le testimoni pericolose non è solo lo staff che cura la contabilità delle orge (Spinelli-Minetti), né un delegato del presidente del Consiglio, ma i vertici del Pdl campano. Eccola, la storia di
Roberta Oronzo. Siamo a Portici, e lei è la coetanea di Noemi Letizia che, con la pupilla di papi, ha diviso la vacanza dei festini a Villa Certosa. Roberta era rimasta muta. Ciò che oggi rivela la sua famiglia aggrava la rilevanza pubblica dello scandalo Berlusconi: il potere politico-istituzionale incarnato dagli uomini del premier a Napoli interviene direttamente nella crisi Noemi.

Vincenzo Oronzo, lei fa il pr nelle discoteche ed è il fratello 34enne di Roberta. Roberta è stata a Villa Certosa dal 28 dicembre 2008 all'Epifania 2009. Quindi: perché il vostro sdegno aspetta due anni? State gettando un amo?
"Nessun imbroglio. Anzi, lo scriva: non si presenti nessuno ad offrire denaro o altro. Vedo un baratro e solo ora capisco quello che può aver vissuto mia sorella. Lei ci aveva sempre detto che a Villa Certosa non era stata bene, nei primi giorni chiedeva di tornare. Sa come l'hanno trattenuta? Con i regali, con le gite nel centro estetico e nelle boutique. Lei è cambiata, la verità non l'ha mai raccontata fino in fondo. E ora, a leggere i giornali, è scattato in noi il disgusto. Sono pronto a denunciare chiunque abbia potuto creare disagio o usare violenza alla volontà di Roberta".

Scusi: perché si manda una minorenne a Villa Certosa?
"Discutemmo in casa con molta veemenza di quell'invito, che era di Noemi. Ma chi poteva immaginare lo schifo? Poi, le cose più grandi di te non le puoi gestire con freddezza. Roberta è l'unica a cui non interessa fare la scema in tv, tantomeno la prostituta. E quindi ci siamo spaventati".

Roberta ha ricevuto regali durante la vacanza? E denaro?
"Contanti, sì. E gioielli, collane, orecchini, bracciali. Le portavano tutte fuori per shopping e c'era uno che pagava. In una gioielleria di Bulgari rimase così impressionata dalla disinvoltura con cui le altre prendevano, che non toccò nulla. La presi in giro: "Sei l'unica a bocca asciutta?". Non potevo sapere che c'era dietro".

Quando sono cominciate le pressioni dal Pdl campano?
"Da Roma e da Napoli, subito. E noi che abbiamo i problemi di precariato di tanti, ci fidavamo. Pensavamo che fosse un modo di risarcire una famiglia che non c'entrava con i giri loschi".

È vero che suo padre è stato assunto part-time nell'istituto Isef, il diplomificio, grazie al leader Pdl Nicola Cosentino?
"Sì, mio padre a 55 anni ora ha un lavoro da 800 euro al mese".

Lei stesso ha avuto un contratto di 6 mesi nell'azienda Ottogas di Luca Rivelli, legato da sempre ai fratelli di Luigi Cesaro, presidente Pdl della Provincia di Napoli.
"È così. Mi hanno contattato, speravo di potermi guadagnare lo stipendio onestamente, a tempo indeterminato. Sono entrato nel settore acquedotto. Dopo sei mesi, via".

È vero che le avevano promesso un posto in Regione?
"Sì. C'erano le elezioni, dissero che le avrebbe vinte il Pdl, e tra tanti esterni... Io e la mia famiglia ci avevamo creduto".

Ma erano comunque modi per comprarvi. Poi?
"Invece ho ricevuto cravatte, tante cravatte. Firmate da Silvio".

Cosa volete, veramente?
"Scoprire cosa è successo a mia sorella. Quanto male le hanno fatto, valutare se ha subito un danno psicologico, uno shock".

Devo chiederglielo: per alcuni un testimone vale per quel che è, non per ciò che dice. Lei ha precedenti penali?
"Io sono pulito. Ma, scusi, cosa c'entra? Mio nonno paterno ha avuto problemi con la giustizia. Mio padre non so se ha avuto grane per una multa o un assegno. Ma qui stiamo parlando di Roberta, che era minorenne quando è stata sottoposta a scene e condotte che non voleva. Ora vogliamo la verità, e che la giustizia colpisca i responsabili".

(22 gennaio 2011)

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