lunedì 24 gennaio 2011

“Vengo con te a far l’amore”, ecco come Ruby tenta di corrompere l’agente in strada




Le parole della marocchina emergono dalle registrazione al 113. La polizia l'ha appena bloccata su denuncia di Katia Pasquino. Il particolare sembra confermare le parole delle escort Michele. "Lei mi diceva che faceva la prostituta"

“Vengo con te a far l’amore allora”. Ecco come Ruby il pomeriggio del 27 maggio 2010 tenta di togliersi dai guai dopo essere stata fermata dalla polizia per furto. L’intercettazione aiuta a tratteggiare meglio la figura della minorenne che da febbraio a maggio ha frequentato la villa del presidente del Consiglio. Parole che fanno il paio con le frasi annotate dalla escort brasiliana Michele sulla sua agendina. Ricordiamole. A fianco del nome “Rubbie” si legge l’annotazione “troia”. La stessa Michele intervistata da ilfattoquotidiano.it conferma: “Ruby mi diceva che faceva la prostituta”.

Lo scenario si compone. Le carte dell’inchiesta sono molto chiare. La prostituzione minorile a villa San Martino resta il reato che, se pur meno grave, pesa maggiormente sul premier. Con lui sono indagati anche Lele Mora ed Emilio Fede. I due sono accusati di aver gestito anche il giro di ragazze in casa del Cavaliere. Ma se il direttore del Tg4 ieri pomeriggio ha preso le distanze da quelle cene. “Mai invitato nessuna ragazza e comunque io all’una andavo a casa”. Parole che non sono proprio piaciute al premier tanto da gelare i rapporti tra i due amici. Molto più tranquillo, invece, Lele Mora presente ieri al teatro San Babila di Milano. Volto sereno, sorriso d’ordinanza ha risposta con calma a tutte le domande. “Berlusconi – ha commentato – è un signore a cui piace contornarsi di giovani”. Mora parla anche della escort Nadia Macrì. “E’ solo una mitomane”. Più criptico invece il giornalista Mediaset. “La storia della Macrì ha impietosito il Cavaliere”. Il che solleva un dubbio: Berlusconi la conosceva? Intanto oggi pomeriggio, la ragazza sarà interrogata dai magistrati di Milano. La procura lavora alla scrittura del documento di richiesta di rinvio a giudizio. Al vaglio dei magistrati ci sono anche alcune foto trovate nei computer delle ragazze di via Olgettina. A quanto filtra si tratterebbe di scatti degli interni della villa di Arcore. La stessa frequentata più volte da Ruby. Ed è in una di queste serate, quella tra il 24 e il 25 aprile, che la Macrì dice di aver incontrato la ragazza marocchina.

Ma torniamo al pomeriggio del 27 maggio scorso. Siamo in corso Buenos Aires nel centro di Milano. Ci sono due donne che passeggiano e un’altra che si trova all’interno di un centro di bellezza. Appena la vedono, le altre fanno un salto. Una soprattutto. Si tratta della modella Katia Pasquino. E’ a lei che la giovane marocchina ha rubato circa 3mila euro e diversi gioielli. Non entrano nel locale. Fanno pochi passi e si siedono ai tavolini di un bar. Quindi l’amica della Pasquino chiama il 113. Va subito al dunque: “Circa una settimana fa, io e una mia amica abbiamo ospitato una clandestina a casa, però non sapevamo che fosse senza documenti, comunque l’ha derubato di tremila euro più gli oggettii”. Quindi precisa le modalità dell’incontro. “Non sapevamo fosse clandestina, sa, l’abbiamo conosciuta in discoteca”. L’episodio risale a una quindicina di giorni prima. Ruby va a dormire a casa della Pasquino. Chiacchierano, guardano un film, poi tutti a letto. Il giorno dopo però la minorenne è scomparsa.”Ma desso è qui in Buenos Aires – dice la ragazza – e vogliamo un intervento della Polizia per riuscire a fare una denuncia”. Sono da poco passate le sei del pomeriggio. Ruby è nel centro già da un po’. Lei, in realtà, non si è mai allontanata da Milano. Alle 16 e 39 la cella del suo telefona la identifica in via Villoresi 19. Quella è la casa dove abita Michele.

In corso Buenos Aires, intanto, il via vai è continuo. La Pasquino siede al tavolino. La sua amica ha indicato il nome del centro estetico alla polizia. Quindi passa il telefono all’amica. “Salve – dice la modella italiana – io sono la ragazza e ho paura perché non so chi sia veramente questa persona”. In quel momento Ruby è semplicemente una ragazza minorenne senza documenti accusata di furto. La telefonata con il centralino della questura si protrae un po’ troppo. Tanto che Ruby esce dal locale e si avvia per strada. “Se ne sta andando porco cane – impreca la Pasquino – e m’ha messo in linea”. La situazione si fa difficile. La Pasquino è convinta di essere stata vista da Ruby che per questo sta scappando. “Mi nascondo qui sotto – dice all’operatore – dentro alla galleria al 23″. L’operatore la rassicura: “Stiamo mandando una volante”.

Un quarto d’ora dopo in corso Buenos Aires arriva la volante Monforte bis. La Pasquino si avvicina agli agenti e indica Ruby. Appena pochi minuti e la minorenne sarà fermata. Immediato il controllo all’archivio elettronico della questura. Subito salta fuori un piccolo precedente. E ci si accorge di un errore: i dati di Ruby sono stati inseriti utilizzando due cognomi sbagliati:ELMAHROUG e EL MHAROUG. Comunque sia, i controlli fanno emergere una denuncia per scomparsa dalla comunità messinese Le Glicine.

Poco dopo le sette di sera l’assistente Ermes C. È al telefono con il pm del tribunale dei minori Annamaria Fiorillo. Con lui c’è anche Ruby. L’ipotesi, poi confermata dal magistrato, è quella di mettere la ragazza in comunità e se non è possibile tenerla in questura per la notte. La posizione è irrevocabile. Ruby capisce. E così prova a convincere il poliziotto. “Vengo con te a far l’amore”. L’agente risponde: “No te con me non vieni da nessuna parte”. Quindi rivolto alla Pasquino: “Se tu non vai a fargli la denuncia poi ti spacco le gambe appena ti vedo per la strada”.

La partita del fermo di Ruby si sposta poi sul tavolo del tribunale dei Minori. Si cerca una comunità. E’ il prologo alla nottata in questura scandita dalla telefonata di Berlusconi e conclusa con l’affidamento al consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti. L’agente parla con la Fiorillo. Riassume brevemente: “Mi trovo in Buenos Aires perché sono stato mandato per una lite tra tre ragazze, lite per motivi economici”. Il magistrato chiede chiarimenti. “Che lavora fa?”. L’agente rilegge le dichiarazioni di Ruby. “Lei dice di fare la danzatrice del ventre in alcuni locali di Milano”. Fissate le direttive, il poliziotto telefona in via Fatebenefratelli e parla con il commissario Giorgia Iafrate. Il discorso ruota sull’affidamento. Sono quasi le nove di sera. Da lì a poco il capo di gabinetto Pietro Ostuni riceverà la prima telefonata dalla presidenza del Consiglio. Nel frattempo un’altra frase dell’agente fissa la figura di Ruby. “Consideri che la signora è un modellino”. “Ma perché, com ‘è vestita sta ragazzina?”, chiede la Iafrate. “Con un con un tappino tipo prendisole e dei jeans”, risponde il poliziotto. Quindi dice: ”E’ vestita in maniera molto da sole”. Sembra un eufemismo. Ruby forse capisce e prova a protestare. L’altra risponde e conclude: “Non l’ho detto volgare, da sole ho detto, stai calma”. Poco dopo mezzanotte, la minorenne e per strada in via Fatebenefratelli. Nicole Minetti si è appena allontanata. Con lei c’è solo la escort brasiliana Michele.

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