In Italia, grazie all'attuale Costituzione, a tutti è garantito un giusto processo. E' questo in sintesi il messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto mandare al Paese incontrando stamani al Quirinale il comitato di presidenza del Csm. Il capo dello Stato, fra le altre cose, ha ricordato, come ha già detto durante la Giornata dell'Informazione che "nella Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo". "Fuori di questo quadro - ha puntualizzato Napolitano - ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia".
Una presa di posizione molto netta, al limite della bacchettata, che si è inevitabilmente ripercossa sull'incontro durato oltre un ora e un quarto avvenuto oggi pomeriggio al Quirinale tra il capo dello Stato e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un faccia a faccia, alla presenza anche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, preceduto da notevole carico di tensione, dopo che fino all'altro ieri la presidenza della Repubblica lo aveva derubricato come 'inopportuno' in seguito alle violente parole di Berlusconi sui pubblici ministeri e il documento del Pdl che definiva i magistrati di Milano "una avanguardia rivoluzionaria".
Secondo alcune indiscrezioni anche oggi il premier avrebbe ribadito al capo dello Stato che ogni fatto contestato dalla procura di Milano cadrà nel nulla, perché non c'è nulla di rilevante penalmente, e avrebbe quindi spiegato di essere vittima di un'offensiva giudiziaria fondata su accuse infondate che avrebbero un solo obiettivo, quello di mandarlo via da palazzo Chigi.
Il presidente della Repubblica, a quanto si apprende da fonti parlamentari, avrebbe ripetuto punto per punto quello che aveva già detto a chiare lettere nel pomeriggio: "Il giusto processo è garantito nella Carta, basta strappi sulla giustizia". Davanti a questi rilievi, il premier avrebbe assicurato che il governo non farà forzature, ma andrà avanti con le riforme anche sul fronte delle giustizia, senza strappi e ricorsi a decretazione d'urgenza, nel rispetto della Carta.
In particolare il presidente del Consiglio avrebbe garantito a Napolitano di avere i 'numeri' in Parlamento per continuare la legislatura e che la maggioranza alla Camera si sta rafforzando. Il colloquio si è concentrato anche sui temi dell'economia, alla luce del nuovo piano presentato dall'esecutivo per il rilancio della crescita e in vista dell'incontro di domani sulla vicenda Fiat con Sergio Marchionne. Ma oltre un ora di confronto non sarebbe comunque bastato a sciogliere il gelo degli ultimi giorni.
Intanto l'intervento di Napolitano con la delegazione del Csm ha riscosso il plauso dal vicesegretario del Pd Enrico Letta. "Credo che le parole che il capo dello stato ha espresso prima dell'incontro con Berlusconi siano chiarissime. Noi difendiamo quelle parole, hanno tracciato un quadro e non si può andare oltre. Berlusconi ha varcato la soglia, non si può andare avanti così, perciò rinnoviamo la nostra richiesta di dimissioni per dare rapidamente la parola a cittadini di decidere da chi deve essere governato il paese".
(11 febbraio 2011)
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