
Chi si aspetta che Berlusconi abbia la dignità e la decenza di dimettersi e di affidare la sua sorte politica alla sovranità popolare sbaglia di grosso. Non lo ha fatto e non lo farà mai. Lo avete visto nella conferenza stampa di oggi? Si è armato della sua peggior faccia di bronzo e con quella tirerà a campare fino a che non verrà spostato di peso dalla poltrona che occupa. Non è come Mubarak. E’ peggio di Mubarak perché il raìs egiziano alla fine si è rassegnato ad ascoltare la piazza e la volontà popolare, mentre Berlusconi non lo farà mai.
Chi pensa che a partire dal 6 aprile Berlusconi si decida ad affrontare il processo per direttissima che lo aspetta non ha capito niente.
Il modo per toglierlo di peso dal bunker di palazzo Chigi e allo stesso tempo per chiudere lo spiraglio lasciato aperto dalla Consulta c’è. E’ il referendum sul legittimo impedimento. Le manifestazioni e la sollevazione morale della maggioranza degli italiani ci sono e ci saranno sempre di più nelle prossime settimane. Ma senza uno sbocco politico concreto non serviranno. Berlusconi si limiterà a tapparsi le orecchie e farà finta di non sentire niente. Ignorerà il discredito che lo circonda in Italia e in tutto il mondo. Si farà forte di una maggioranza parlamentare garantita dai servi, dai giuda e dai venduti.
Il referendum sul legittimo impedimento non gli permetterà di continuare su quella strada di impunità, perché nella sostanza il quesito a cui i cittadini dovranno rispondere sarà: “Volete o non volete che quest'uomo smetta di governarvi?”. Se la maggioranza degli italiani risponderà di si, per Berlusconi non ci sarà più niente da fare.
Sappiamo tutti benissimo che anche in questo caso il caimano giocherà con le carte truccate, come fa sempre. Cercherà di fissare la data del referendum nell’ultima domenica possibile, a metà giugno, quando le spiagge saranno affollate, gli esami alle porte e gli elettori saranno stanchi per aver già votato nei due turni della amministrative. Lo farà anche a costo di buttare via circa 350 milioni di euro al solo scopo di rendere più difficile il raggiungimento del quorum. E poi userà tutto il suo immenso potere nei media per fare in modo che del referendum si sappia il meno possibile. La disinformazione è da sempre la sua arma più potente.
Noi abbiamo scritto al ministro degli Interni Maroni dicendo a chiare lettere che non abbinare i referendum con il secondo turno delle amministrative, il 29 maggio, sarebbe un inaccettabile abuso di potere, una truffa della democrazia e una rapina ai danni dei cittadini. Gli abbiamo intimato di comportarsi da leader responsabile e scegliere l’election day, il 29 maggio.
Ma se questa battaglia resterà solo di Antonio Di Pietro e dell’Italia dei Valori, a vincere sarà Berlusconi. L’IdV ha raccolto le firme per il referendum, ma il referendum non è dell’IdV. E’ di tutti quelli che vogliono mettere fine al potere e agli abusi di potere di Silvio Berlusconi.
Se tutti quelli che in queste settimane si stanno mobilitando per cacciare il corrotto, le forze politiche, i giornali, le donne e gli uomini di cultura, i lavoratori, il popolo del 13 febbraio, faranno proprio il referendum e si sforzeranno per rompere il muro di silenzio e di prepotenza, il prossimo 29 maggio Berlusconi sarà cacciato via dalla sola forza che possa smuoverlo senza sotterfugi e senza giochi di palazzo: la volontà democratica del popolo italiano.

1 commento:
PER COMPLETEZZA VA DETTO CHE MUBARACK AVEVA CONTRO LE FORZE ARMATE.
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