di Marco Travaglio
Immaginiamo che accadrebbe se uno dei profughi che sbarcano a Lampedusa, appena toccato il suolo italiano, andasse incontro alle telecamere e dichiarasse: “Sono l’uomo più imputato della storia dell’universo, ho avuto 2.565 udienze in tribunale e più di mille magistrati si sono già occupati di me”. Verrebbe respinto all’istante in mare come delinquente incallito, o circondato e preso in consegna dalle forze dell’ordine, condotto in cella di isolamento di un carcere di massima sicurezza, guardato a vista giorno e notte da corpi speciali, teste di cuoio e lagunari paracadutati sul posto per l’occasione.
Ma si dà il caso che quella frase sia stata pronunciata a Canale 5, in collegamento telefonico con Belpietro, dal presidente del Consiglio, che da anni sbandiera ai quattro venti i suoi processi con lo stesso orgoglio con cui rivendica i trofei del Milan. Tanto, controllando militarmente l’informazione, sa che quel palmarès da far impallidire Al Capone verrà letto come una prova non della sua predisposizione a delinquere, ma della persecuzione giudiziaria ai suoi danni.
Anzi per dimostrare di essere tanto perseguitato, vanta tanti processi, molti più di quelli reali. Il guaio è che, complice l’arteriosclerosi, non ricorda mai quanti ne ha inventati la volta precedente. E non riesce più a coordinare le balle che racconta.
Per anni ha sostenuto di aver subìto “oltre 100 processi”: l’altroieri – bontà sua – è sceso a “25, di cui 24 conclusi con la mia assoluzione o archiviazione: me ne restano 6”. Ora, se gliene restano 6 e 24 si sono chiusi, il totale è 30, non 25. Ma Belpietro non ha mosso obiezioni. In ogni caso il totale vero è 21. Che, negli ambienti criminali che contano, è un bel numero. Ma ben lontano dal Guinness dell’“uomo più imputato della storia dell’universo”.
Di Pietro, Davigo e Borrelli, quand’erano pm a Milano, subirono a Brescia rispettivamente 54, 36 e 317 procedimenti penali: tutti finiti, quelli sì, in archiviazione o in proscioglimento. Per il semplice motivo che i tre erano innocenti.
Diverso il caso di B., che ha un rapporto problematico con l’aritmetica (improbabile che “più di mille magistrati” si siano occupati di lui, visto che quelli penali sono meno di 6 mila sparsi in tutta Italia, mentre lui è stato indagato solo a Milano, Roma, Napoli e Palermo). E pure col diritto, visto che pur essendo laureato in Legge confonde assoluzioni e archiviazioni con amnistie e prescrizioni.
Dei 21 procedimenti avviati contro di lui, senza contare inchiestine minori nate da denunce sparse, 5 sono in corso (processi Mediatrade, Mediaset, Mills, Ruby, più l’inchiesta a Firenze sulle stragi del '93) e gli altri 16 si sono chiusi: 4 con l’archiviazione a Roma (caso Saccà, compravendita dei senatori, caso Sanjust, abuso di voli di Stato); 3 con l’assoluzione (per insufficienza di prove sulle tangenti alla Guardia di Finanza e per i fondi neri di Medusa; con formula ampia per l’affare Sme); le altre 9 volte si è accertato che era colpevole, ma l’ha fatta franca. In 2 casi per l’amnistia del 1990 (falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio). In altri 2 per la prescrizione abbreviata dalle attenuanti generiche, notoriamente riservate ai colpevoli (corruzione del giudice del caso Mondadori e fondi neri per 23 miliardi di lire a Craxi). In altri 2 perché lui stesso ha depenalizzato il suo reato (falso in bilancio, processi All Iberian e Sme-Ariosto). In altri 3 perché, con la stessa controriforma del falso in bilancio, ha ridotto le pene e dimezzato i termini di prescrizione (caso Lentini-Milan; falsi contabili Fininvest per gli esercizi 1988-'92; fondi neri Fininvest per 1.500 miliardi di lire su 64 società offshore).
Cioè: senza la legge sul falso in bilancio e la ex Cirielli che hanno abolito o prescritto i suoi reati, e senza il lodo Alfano, il lodo Schifani e il legittimo impedimento che hanno sospeso gli altri per anni, oggi B. sarebbe in galera. E potrebbe finalmente coronare il suo sogno: il record mondiale del premier più condannato della storia dell’universo. Sono soddisfazioni.
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