domenica 20 marzo 2011

Apoti e Scilipoti


di Marco Travaglio

Gli “Apoti” del grande Prezzolini erano quelli che non la bevono. Gli Scilipoti invece sono quelli che si bevono di tutto: credono persino a B., e sono gli ultimi a farlo (il penultimo è stato Gheddafi).

Meno male che si fan chiamare “Responsabili”. Da più di tre mesi sono lo zimbello di molti colleghi, di molti giornali e di molti italiani, che li considerano più o meno alla stregua delle Olgettine.

Il Cainano, che li aveva acchiappati con la solita modesta promessa (“stasera sarai con me in Paradiso”), s’è trovato col solito problemino: troppi culi da sistemare. Culi “responsabili” e, non bastassero quelli, è rispuntato pure Scajola.

Così si è regolato alla solita maniera: rimangiandosi l’impegno. Il rimpasto è rinviato a data da destinarsi perché Napolitano ha bloccato il decreto che moltiplicava i pani e le poltrone di governo. E i Responsabili sono in subbuglio: minacciano di “non votare più al buio, ma solo le leggi che condividiamo” e avanzano una richiesta che ricorda un po’ le Br: il “riconoscimento politico”. In tutto alla Camera sono 29, ovviamente già divisi in quattro correnti (il Pid di Saverio Romano e i suoi discepoli; l’Adc di Pionati; i due suddetti ex dipietristi, i finiani di andata e ritorno capitanati da Moffa). Siccome il Cainano ha solo 12 posti disponibili, fra ministeri e sottosegretariati (compresa la Cultura prossimamente liberata da Bondi), si guardano in cagnesco l’un con l’altro, temendo che qualche responsabile diventi più responsabile degli altri.

Pionati avverte la comitiva che “nel nostro gruppo non ci sono primus inter pares” (forse gli sfugge che il primus inter pares non può essere che uno solo, o forse tenta l’impossibile: la moltiplicazione dei primi).

Romano pareva avviato a subentrare a Galan all’Agricoltura, ben più appetita della Cultura perché lì qualche euro è rimasto. Poi qualcuno molto in alto s’è accorto delle sue frequentazioni in Sicilia e ha preferito lasciar perdere. Lui non l’ha presa bene: “Sono incensurato da sette generazioni!” (non s’accorge che il suo guaio è proprio questo). Poi ha aggiunto che “i sottosegretari sono 50, numero mai visto nella storia repubblicana: ragionevolmente 70 è un numero corretto” (meglio però 140).

Calearo, che mesi fa si proponeva per lo Sviluppo economico (hanno poi sviluppato Romani), s’è chiuso in un dolente riserbo.

A Razzi avevano promesso di pagare il mutuo, poi più modestamente di farlo segretario di presidenza della Camera, poi manco quello: “Maleducati, ingrati”.

Scilipoti s’accontenterebbe che fosse approvato il suo “programma politico sulle medicine alternative” e l’agopuntura, ma non pare il momento: “Qui - lacrima lui - occorre analizzare nei dettagli i rapporti con la compagine governativa”. E, mentre analizza, pare già stufo di reggere la cornetta per diffondere urbi et orbi le telefonate mattutine del premier: gli è venuto il crampo al braccio, che per un ginecologo è un bel problema. Han dovuto pure dargli la scorta, a lui e a Razzi, casomai incontrassero qualche elettore. Perchè ora gli olgettini rischiano una figuraccia supplementare: quella dei venduti gratis. Nemmeno una farfallina d’oro, una Mini Cooper.

Ragionier Spinelli, faccia qualcosa lei.

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