venerdì 18 marzo 2011

Berlusconi ai suoi: ho tentato con Casini, con lui vinceremmo


UGO MAGRI

Dai festeggiamenti emerge un Berlusconi abbacchiato (contestazioni, fuga dalla porta secondaria eccetera), Tremonti e Alfano nella grazia popolare (applausi per entrambi), ma soprattutto un Capo dello Stato che giganteggia.

Il Centocinquantenario è il suo personale trionfo, con ricadute sui prossimi sviluppi della crisi politica. Per dirne una: la nomina a ministro dell’ex Udc Romano potrà aver luogo solo quando certe vicende giudiziarie saranno state chiarite. Così vuole Napolitano. Berlusconi sa che non deve insistere, difatti evita. E con i Responsabili che gli chiedono come manterrà le promesse di posti e poltrone, lui svicola. Impossibile dire se reciti o faccia sul serio. Una delegazione di questuanti si è fatta ricevere dopo le cerimonie, Silvio li ha liquidati «dando di matto» (secondo un testimone) sulla vicenda Ruby, i pm che lo vogliono massacrare, le nuove carte in arrivo... Dinanzi a un premier così turbato, nessuno ha osato scendere sul «conquibus». Con Calearo, invece, battuta delle sue: «Dicono i magistrati che ho 33 escort, ma per me sono troppe, se volete prendetene qualcuna voi».

Responsabili poco zen. In particolare Romano: non l'ha presa benissimo. Altrimenti, perché convocare una conferenza stampa? Nulla di clamoroso, solo l’affermazione che d’ora in avanti i Responsabili dovranno essere consultati sempre e su tutto, partecipando ai vertici di maggioranza. Il cuoco Michele aggiungerà posti a tavola. «Abbiano pazienza, arriverà il momento anche per loro», suggerisce il saggio Napoli. Oltretutto la richiesta di Romano «non può che andare a buon fine», assicura un ministro che la sa lunga, Rotondi. Però i Responsabili devono smettere di litigarsi le poltrone, mi siedo prima io, no io, altrimenti si elidono a vicenda. «O troviamo una soluzione condivisa da tutti, oppure non se ne fa niente», segnala il pericolo Pionati.

Cultura, ministro cercasi. Tra l'altro Romano vuole andare all'Agricoltura, che per la Sicilia è una manna, sloggiando il veneto Galan. Il quale prenderebbe il posto di Bondi, dimissionario perché (accusa) Tremonti gli nega i fondi. E Galan che fa, va tranquillamente al massacro? Non ci pensa nemmeno. «Sto benissimo all'Agricoltura», avverte, «non chiedo nulla però...». Vuole sapere in anticipo se rischia la stessa fine di Bondi. Invece di prendere Tremonti con le buone, lo sfida a duello: «Sui tagli alla cultura decide l’intero governo, io non sono un ragioniere e nemmeno il sottosegretario del ministro dell’Economia». Ricapitolando: su Romano c’è da attendere la Procura di Palermo, Galan non vuole traslocare, e casomai traslocasse farebbe subito a cazzotti con Tremonti... Berlusconi prende tempo. Non si sa se il puzzle verrà sciolto prima che Napolitano, il 26 marzo, parta per gli States.

Rimpianti su Casini. Tra i tanti ragionamenti svolti dal premier l’altra sera, all’ufficio di presidenza Pdl, fa sensazione una frase: «Secondo i sondaggi noi abbiamo il 43 per cento, la sinistra il 41, il Terzo polo è sopra il 10. Certo, se ci alleassimo con Casini non ci sarebbe partita. Ma quello vorrebbe come minimo la guida del governo». Qualcuno la intende come un’offerta; invece Casini, che conosce Silvio, non cade nell'equivoco: «Io premier? Bum. E magari Berlusconi mio vice... Ahahahah». Di vero c’è solo che al Cavaliere piacerebbe agganciare i centristi alle prossime amministrative per certe situazioni locali. Le elezioni politiche non sono dietro l'angolo, e quelle si giocheranno su altri tavoli. Quagliariello li indica con realismo: «Giustizia, Libia, immigrazione, adesso si aggiunge il tema nucleare». In più si affaccia il grande tema su cui Tremonti sarà protagonista:
il pareggio di bilancio. Sta negli impegni che Berlusconi ha firmato sette giorni fa a Bruxelles. E qui altro che Responsabili, coi tedeschi non si scherza.

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