lunedì 28 marzo 2011

Berlusconi, primo «blitz» in Tribunale E in tv: «Accuse ridicole e infondate»


Sette anni dopo la sua unica apparizione, da imputato, Silvio Berlusconi dovrebbe presentarsi lunedì mattina al Tribunale di Milano per l'udienza del processo Mediatrade. Niente dirette, niente interventi in aula: si tratta infatti di un'udienza tecnica e preliminare, che si svolge a porte chiuse e che deve semplicemente stabilire il «percorso» del processo. Il premier è imputato insieme ad altre 11 persone tra le quali il figlio Piersilvio e l'amministratore delegato di Mediaset, Fedele Confalonieri in una vicenda che riguarda i diritti tv del gruppo Mediaset. Nulla a che vedere con le vicende più recenti, in particolare il caso Ruby, la cui prima udienza è programmata per il 6 aprile. Vietato l'accesso al settimo piano del Tribunale di Milano per l'arrivo del premier. I giornalisti non possono accedere al corridoio che porta all'aula 9 dove si terrà l'udienza. Anche all'ingresso del palazzo di giustizia i controlli sono più accurati, non possono entrare telecamere e macchine fotografiche

IL PRESIDIO - Ma in ogni caso l'appuntamento è simbolico. Intanto perché il passa parola e gli sms di «convocazione» fanno pensare che davanti a Palazzo di Giustizia ci saranno i militanti del Pdl radunati dal coordinatore regionale del partito Mario Mantovani a formare un vero e proprio presidio di sostegno al premier.

LA PRESCRIZIONE VA IN AULA - Inoltre alla Camera viene messo in discussione proprio lunedì il disegno di legge sulla prescrizione breve, mentre martedì ci dovrebbe essere il secondo pronunciamento (questa volta della Giunta per il Regolamento) sul conflitto di attribuzione sollevato per l'inchiesta milanese sul caso Ruby.

L'AUTODIFESA IN TV - Poco prima di avviarsi al processo, Berlusconi è intervenuto in collegamento telefonico alla trasmissione di Maurizio Belpietro su Canale 5: «Sono l'uomo più imputato della storia e dell'universo» ha detto, sottolineando che il processo Mediatrade è «il venticinquesimo processo» contro di me e che anche questo processo rientra nel tentativo della sinistra di «cercare di eliminare il maggior ostacolo» alla presa del potere. Ha inoltre detto che quelle contro di lui sono «accuse infondate e ridicole». Entrando nel merito delle accuse ha spiegato: «Io questo Frank Agrama l'ho conosciuto negli anni Ottanta e poi non l'ho più visto. In Mediaset non mi sono mai occupato dei diritti televisivi, è un fatto che dal '94 mi sono allontanato dalle aziende per dedicarmi al Paese». E ancora: «Non c'è stato un solo dollaro che sia passato a me da parte di questo Agrama». La Procura di Milano, ha aggiunto, «ha dimostrato di avere contro di me una volontà persecutoria che non si ferma neanche di fronte al ridicolo» perché «non avrei avuto nessun interesse a pagare tangenti se fossi stato socio di Agrama». Poi la stoccata ai giudici della Consulta: le convocazioni ai processi, ha sostenuto, sono «conseguenti a quella incredibile sentenza della Corte Costituzionale che ha deciso che soltanto in Italia un presidente del Consiglio possa essere sottoposto al processo, distogliendo la sua attenzione dall'incarico e dalla funzione pubblica. In tutti gli altri Paesi succede che i processi si sospendono fino al termine del suo incarico».

Redazione online
27 marzo 2011

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO! SI VA A DIFENDERE IN TV, SI VA, LA SUA TV: MA BRAVOOO!

Unknown ha detto...

Non mi meraviglia più niente di ciò che dice o fa' 'il lupo'.
Cristiana