venerdì 4 marzo 2011

Fini, punture a Vespa: “Lei ha la coda di paglia”


Quasi sei anni ma sembra un secolo. Era il maggio 2005 quando la Procura di Potenza intercettava l’allora portavoce di Gianfranco Fini Salvatore Sottile mentre, da Bruno Vespa, riceveva rassicurazioni sull’imminente puntata di “Porta a Porta” con Fini in trasmissione: “Tranquillo – disse il conduttore – gliela strutturiamo, gliela cuciamo addosso” . Oggi che il presidente della Camera è il nemico numero uno di B., le cose sono magicamente cambiate. Fini lo sa e – nuovamente ospite del salotto di Rai1 – non rinuncia a battibeccare con il giornalista preferito a corte.

Il match comincia a proposito del “Piano per il Sud” più volte annunciato dal governo: “Il Piano non ha avuto alcun effetto – attacca Fini – se non qualche servizio su Porta a Porta”. “Veramente ne abbiamo fatto uno solo...”, replica Vespa. “Ho detto qualche – ancora Fini – non abbia la coda di paglia”. Il battibecco continua non appena, immancabilmente, il discorso cade sulla questione B. e processi. Il presidente della Camera annuncia la sua decisa contrarietà alla norma transitoria del cosiddetto “processo breve”, quella che estinguerebbe i processi in corso. Vespa ribatte che la norma consentirebbe comunque alle parti lese di agire in sede civile: “È noto – risponde Fini – che lei sia informato su quello che fa Berlusconi, che frequenta”. Il conduttore s’inalbera: “Non ho alcuna informazione, sono cose che leggo sui giornali, così come leggo che le intercettazioni in altri Paesi non sono consentite come qui da noi. E non frequento il presidente del Consiglio”.

Ultimo round al capitolo amministrative: “Avete preclusioni ad allearvi con buoni candidati di destra?” la domanda; “Lei offende la mia intelligenza” la risposta; “Mi fa piacere”, replica Vespa; “Speravo fosse un giornalista più corretto”, chiude Fini. Vespa si rammarica: “Fini ce l’ha con noi da quando abbiamo trasmesso un servizio ‘doveroso’ sulla casa di Montecarlo”.

Sportellate a parte, Gianfranco Fini ha tempo di parlare di politica: rispetterà la consuetudine e non voterà in Ufficio di presidenza sulla richiesta di sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato contro la Procura di Milano sul caso Ruby, poi attacca: “Bossi è il vero presidente del Consiglio, non ci sono più io a contrastarlo”. Quanto all’ipotesi di fine anticipata della legislatura il leader Fli è sicuro: “Ieri è stata presa la decisione saggia di chiedere quattro mesi in più per il Federalismo. Non si voterà più quest’anno”.

Ste. Ca.

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