domenica 27 marzo 2011

Giustizia, l'Anm contro il governo "Leggi piegate a interessi particolari"


Durissima presa di posizione dell'Associazione nazionale dei magistrati contro le politiche dell'esecutivo sulla giustizia. Nel mirino la norma recente sulla prescrizione breve , che "appare palesemente in contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza e di ragionevolezza". Ma non solo. Le toghe puntano il dito anche contro il giro di vite sulla responsabilità dei giudici approvato in commissione giustizia alla Camera.

"Nel giro di pochi giorni - si legge in una nota congiunta dei vertici dell'Associazione - la maggioranza di governo ha dimostrato quale era il vero obiettivo dell'annunciata riforma epocale della giustizia, vale a dire risolvere situazioni legate a singole vicende processuali, direttamente con una norma sulla prescrizione e indirettamente con una modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati punitiva e intimidatoria3".

Per i vertici dell'Anm, "gli unici processi che potranno essere portati a termine" con questa norma "saranno quelli nei confronti dei recidivi, mentre gli incensurati avranno ottime probabilità di restare tali per sempre". Ma, secondo Luca Palamara, Antonello Ardituro e Giuseppe Cascini, presidente, vicepresidente e segretario dell'Associazione magistrati, "è impensabile che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti di un incensurato si estingua, mentre debba proseguire quello per una truffa da cinque euro commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato".

La differenziazione del regime di prescrizione del reato in ragione della personalità dell'imputato appare palesemente in contrasto con i principi costituzionali di eguaglianza e di ragionevolezza. "La prescrizione del reato è una sconfitta per tutti: per lo Stato che non riesce ad accertare la responsabilità dei reati; per le vittime che non ottengono giustizia per il torto subito; per l'imputato che, se innocente, non vuole la scappatoia della prescrizione, ma un'assoluzione nel merito", concludono i vertici dell'Anm.

Per l'Anm la modifica della legge sulla responsabilità civile "appare talmente assurda e disorganica da potersi spiegare soltanto come atto di aggressione nei confronti della Magistratura, diretto ad influenzarne la serenità di giudizio". Per i vertici dell'associazione "l'interpretazione della legge e la valutazione del fatto e delle prove rappresentano il cuore dell'attività giudiziaria: pensare di sottoporre a censura tale attività con la generica e incomprensibile formula della 'manifesta violazione del diritto' è davvero irragionevole prima ancora che profondamente sbagliato".

Le reazioni. "Sulla responsabilità dei giudici siamo in una situazione completamente sbagliata e ci opporremo - dice il segretario del Pd
Pier Luigi Bersani - se si tratta di un errore di diritto c'è la Cassazione che risolve, se si tratta di un giudizio abnorme siamo d'accordo a vedere la responsabilità dei magistrati ma allargando a dismisura la responsabilità del giudice chi paga poi è lo Stato?". Critico anche l'Udc che considera la riforma della responsabilità civile "la strada migliore per affossare ogni ipotesi di confronto fra maggioranza e opposizione su come riformare la costituzione nella parte relativa al sistema giudiziario e alla magistratura". Il Pdl, invece, per bocca di Luigi Vitali, componente della consulta giustizia, parla di impossibilità di confronto con l'Anm "per l'indisponibilità e i pregiudizi di quest'ultima". Anche Gianfranco Fini si schiera a difesa dell'autonomia della magistratura. "Ci possono essere dei punti di convergenza sulla riforma - ha detto il presidente della Camera - ma non si può prescindere da una tripartizione" dei poteri e "dall'autonomia" dell'ordinamento giudiziario.

Avvocati in sciopero. Altre quattro giornate di sciopero degli avvocati contro la mediazione obbligatoria e per dire no alla "rottamazione della giustizia civile". A proclamare la prosecuzione della protesta, che ha già visto i legali incrociare le braccia dal 16 al 22 marzo scorsi, è ancora l'Organismo unitario dell'avvocatura. I difensori si asterranno dalle udienze il 14 e il 15 aprile, il 26 maggio e il 23 giugno. Nel primo giorno della protesta ci sarà una manifestazione a Roma e il 15 iniziative in diverse città. E sino a giugno si terranno assemblee in tutti i tribunali italiani.

(25 marzo 2011)

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