venerdì 4 marzo 2011

Il padre: mai truccata l'età di Ruby La procura respinge i dubbi di Berlusconi


di PIERO COLAPRICO e MASSIMO LORELLO

Spallucce. Sorrisi e no comment. Classico gesto del tipo "Ma quando mai?". Negli uffici della Procura milanese l'ipotesi lanciata da Silvio Berlusconi in persona, di una Ruby più "vecchia" di due anni, e dunque "non minorenne" non crea sussulti. Anzi, un investigatore osa una considerazione: "Se puntano su questo, vuol dire che cominciano a rendersi conto di essere messi proprio male".

Come sappiamo, alla magistratura milanese risulta questo:
Karima El Marough, detta Ruby Rubacuori, scappata da casa adolescente, una giovinezza da girovaga tra comunità e concorsi di bellezza, discoteche e corsi di recupero scolastico, frequentazioni molto pericolose, è nata l'1 novembre 1992 a F. B. Salh, Marocco. Quando il 14 febbraio 2010, giorno di San Valentino, entra ad Arcore, e incontra l'"utilizzatore finale" Berlusconi (che di lei s'incapriccia) ha diciassette anni e mezzo. E l'avvocato Venera Scrima, che segue le vicende della famiglia El Marough da molto tempo, lo sa.

Anzi, il padre di Ruby, che ieri sera si rifiutava di parlare, le ha detto: "Ma scusi, se mia figlia fosse stata due anni più grande, avremmo passato tutto 'sto tempo a correrle dietro perché era minorenne? La questione sarebbe stata già chiusa, con dolore, ma io sarei uscito prima da tutti i guai". Sulla registrazione del certificato di nascita in ritardo all'anagrafe marocchina è ancora più tranchant: "Sono cose che in Marocco accadevano cinquant’anni fa quando si partoriva in casa, figuriamoci se nel 1992 può accadere un fatto simile...".

Il premier Berlusconi, che pure ha baciato l'anello a uno come
Muhammar Gheddafi, deve pensare che l'Africa Mediterranea sia rimasta indietro, quasi al tempo del Fascio: "Abbiamo le prove che non era minorenne, è stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata", si ostina a dire. Le prove? Silvio Berlusconi non le mostra. Anzi, da quando si conosce la storia di Ruby e la sua "balla" in questura sulla nipote di Mubarak, il premier ha affastellato una serie di "prove" molto di comodo tanto sul bunga bunga (come festa dove ci si diverte "lecitamente") quanto sull'aiuto che fornisce "a tante persone bisognose" (e che siano in larghissima maggioranza giovani, carine e "easy" sarà una semplice coincidenza).

Quello che Berlusconi sembra non voler fare è informarsi almeno un minimo. C'è una lettera pubblica del padre di Karima-Ruby. È stata diffusa dalla stessa avvocatessa, insieme con Irene Visigoti, del Movimento per la Vita: "Il signor El Mahroug non ha mai cacciato di casa la figlia. Quando, ancora quattordicenne, Ruby fuggì di casa, iniziò a cercarla, assieme alla madre, nel tentativo di sottrarla alle disavventure che inevitabilmente la ragazza ha dovuto affrontare (...) Il signor El Mahroug non ha mai lanciato l'acqua bollente sulla figlia. La cicatrice risale ad un incidente in cui la piccola aveva un anno e si trovava in Marocco, mentre il padre era in Italia. L'età di una cicatrice si può periziare facilmente (...)".

Berlusconi è ricchissimo, il padre di Ruby fa fatica a coniugare il pranzo con la cena, e "per essere aiutato ad accogliere e sostentare l'ultimo nato, quattro anni fa", il papà di Ruby ha cercato l'aiuto di chi sostiene la famiglia. E più volte si è sfogato, queste testimoni attendibili hanno raccolto "la sofferenza e la disperazione del signor El Mahroug, che ha sempre trepidato per la sorte della propria figlia". Una figlia minorenne che, abbandonata a se stessa e senza un tetto, è entrata a Villa San Martino ad Arcore per dieci volte, ricevendo, dall'agghiacciante generosità del premier, denaro a pioggia e gioielli. In cambio di che cosa? Lo stabilirà il processo milanese del 6 aprile, che il premier fugge come la peste.

(04 marzo 2011)

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