I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni e Luciano Sardelli hanno inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato “a tutela delle prerogative della Camera”.
I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l’altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per “l’assoluta infondatezza ed illogicità dei capi di imputazione”. “All’Organismo parlamentare – si legge nella lettera trasmessa a Fini – non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Nè tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri – la possibilità di sollevare conflitto d’attribuzioni davanti alla Corte costituzionale – assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall’Articolo 96 della Costituzione”.
Nel testo, firmato da Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli, si parla anche di “superficialità” che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. Decidendo di continuare ad occuparsi del ‘caso Ruby’ nonostante
Sollevare il conflitto di attribuzione alla Camera significa, in caso di accoglimento del ricorso da parte della Corte Costituzionale, riportare il processo in questione all’autorizzazione a procedere per il caso di reato ministeriale. Si puo’ sintetizzare così l’obiettivo che la maggioranza si propone, attivando la procedura per il processo che riguarda Silvio Berlusconi per il caso Ruby.
Ecco come funziona la procedura:
Sul caso Ruby che vede il presidente del Consiglio a processo il 6 aprile, si è dunque aperta la prospettiva di un conflitto davanti alla Corte Costituzionale, paventata fin dall’inizio dal Pdl, posta la competenza del Tribunale dei ministri ‘rivendicata’ da subito da parte della maggioranza, che in tal modo si era già espressa negando l’autorizzazione alla perquisizione chiesta dai pm di Milano.
I TEMPI: Ad ogni modo, non si sospende da subito il procedimento ormai avviato davanti ai magistrati. L’ipotesi di sospensiva del procedimento, infatti, nella legge del 1953 che regola il funzionamento della Corte Costituzionale, viene disciplinata dall’articoli 35 e 40 e riguarda il giudizio di legittimità costituzionale delle leggi sollevato in via principale ed il conflitto fra enti e non fra poteri dello Stato: “L’esecuzione degli atti che hanno dato luogo al conflitto di attribuzione fra Stato e Regione ovvero fra Regioni – si legge nell’articolo 40 – può essere in pendenza del giudizio, sospesa per gravi ragioni, con ordinanza motivata, dalla Corte”.
LE FASI: Sollevato il conflitto di attribuzione, il giudizio della Consulta si articola invece in due fasi. In una prima fase i giudici costituzionali sono chiamati a conoscere il ricorso del ricorrente, in camera di consiglio e senza contraddittorio. Se giudicano ammissibile il ricorso,
GLI EFFETTI: Se
LE REAZIONI:
“E’ l’ultimo di una serie infinita di abusi”, ha sottolineato Dario Franceschini del Pd. “E per arrivare a questo ci si è esposti al ridicolo di fronte al mondo, sostenendo che si tratta di un reato ministeriale perché il premier avrebbe detto che credeva che Ruby fosse la nipote di Mubarak”, ha ricordato, “ha riso tutto il mondo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Anna Finocchiaro, capogruppo dei democratici al Senato: ”Infischiandosene degli appelli del Capo dello Stato ad evitare scontri istituzionali, ignorando la gravità della crisi in cui versa il Paese che li dovrebbe portare a prendere sei provvedimenti di cui non si vede traccia, maggioranza e governo, schiavi degli interessi e delle paure del Premier e devoti all’obbedienza al capo fino a smarrire il senso della ragione, non si vergognano di sollevare alla Camera il conflitto di attribuzione sul caso Ruby. Il Parlamento è ogni giorno ormai sottoposto a intollerabili forzature da parte del Pdl e del governo, la cui unica preoccupazione è quella di evitare il processo del Presidente del Consiglio. Quello di oggi è un’ulteriore abuso che disonora, agli occhi dell’opinione pubblica italiana e internazionale, il nostro Paese ”.
martedì 1 marzo 2011
La maggioranza solleva il conflitto di attribuzione sul caso Ruby
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1 commento:
Ecco, ci siamo arrivati, era prevedibile e ineludibile per salvare B. dal processo.
Un Parlamento da schifo.
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