domenica 27 marzo 2011

Le incognite dei ribelli verso la vittoria




WASHINGTON (USA) – Dopo una settimana di «Alba dell’Odissea» è possibile fare un primo bilancio delle operazioni militari in Libia. Come previsto, la coalizione ha neutralizzato aviazione e gran parte del sistema missilistico – peraltro obsoleto – e ha impedito il tracollo dei ribelli. L’apparato del colonnello, pur colpito, ha tenuto ed è in grado di minacciare numerosi centri abitati. La protezione dei civili – obiettivo dichiarato della campagna – è garantita solo nella regione Est.

LA NO FLY ZONE – Sono bastati un paio di giorni per creare la no fly zone. Il regime ha tentato di far decollare due caccia. Una missione suicida. Sono stati abbattuti e altri sono stati distrutti al suolo.

I MISSILI – Gli alleati hanno eliminato radar, centri comando e batterie di missili Sam 2 e Sam 5, gli ordigni capaci di raggiungere quote più alte. Rimangono sistemi mobili sistemati su blindati e missili usabili da un solo uomo. Vi sono centinaia di vecchi Sam 7 ma anche i più moderni Sa 24 russi.

LA NO DRIVE ZONE – L’alleanza ha colpito colonne di corazzati e linee logistiche. Con due obiettivi: alleggerire la pressione sulle città assediate, impedire spostamenti sicuri dei lealisti. Le incursioni hanno evitato che Bengasi cadesse nelle mani di Gheddafi. I successivi raid ad Ajdabya hanno costretto i soldati a fuggire e di conseguenza gli insorti hanno guadagnato terreno verso Ovest. Le foto arrivate dalle zone degli scontri mostrano i mezzi inceneriti ai lati delle strada: i soldati erano esposti, non c’era modo di sfuggire alla distruzione. Si è salvato chi ha abbandonato il proprio tank.

I GOVERNATIVI – Il colonnello può contare sui 15-20 mila uomini inquadrati in alcune unità speciali. Le migliori sono la Trentaduesima Brigata comandata da Khamis Gheddafi e il Nono Battaglione. Un altro reparto risponde agli ordini del fratello Muatassim. Per rimpolpare le fila, il regime ha arruolato mercenari nei paesi africani (in particolare il Ciad). I governativi hanno usato fino ad oggi due tattiche. La prima è quella dell’assedio: scelto l’obiettivo – quasi sempre un centro abitato – lo colpiscono con razzi e cannoni, poi avanzano. Di frequente tagliano luce e acqua, impediscono l’afflusso di rifornimenti. La seconda tattica, attuata in questi ultimi giorni, è una conseguenza dei raid aerei. Per rendere difficile il compito della coalizione, i governativi si nascondono nelle città, cercano di avvicinarsi il più possibile alle posizioni tenute dai ribelli. La sola comparsa dei caccia costringe i tank a cessare il fuoco, ma i miliziani mantengono i civili sotto tiro con i cecchini. Poi mandano avanti i carri armati, quindi li ritirano. E’ quello che sta avvenendo nella zona di Misurata. Il dato base è che in ogni caso lo schieramento di Gheddafi non si è dissolto sotto le bombe. A parte in Cirenaica non vi sono state defezioni di massa. E’ altrettanto vero che hanno dovuto sostenere scontri limitati e sempre in vantaggio di mezzi.

I RAID – I jet della coalizione hanno aumentato gli attacchi sui reparti che si avventurano in campo aperto e tentato di centrare i corazzati che aprono il fuoco sulle località ribelli. La logistica del regime ha mantenuto un livello discreto fino a pochi giorni fa. Lo testimonia il gran numero di camion porta-carri usati per trasferire i corazzati da Sirte fino alle porte di Bengasi. Non è chiaro quanti ne abbiano ancora. Per la coalizione resta, però, la questione di fondo: senza il ricorso alle forze di terra sarà impossibile “ripulire” il territorio.

I RIBELLI – Hanno poche armi, solo un nucleo ridotto di ex soldati sa come tenere in mano un fucile. Servono organizzazione e quadri intermedi. Quindi dovranno trovare l’equipaggiamento. Sembra che qualcosa sia arrivato dall’Egitto, gli Usa stanno considerando di aiutarli e così i francesi. Nelle caserme della Cirenaica conquistate dai “rivoluzionari” c’erano solo vecchi tank e qualche blindato. Quanto ai porta-carri hanno quei pochi catturati ai governativi. Dunque il loro raggio d’azione è limitato. Il mezzo base resta la jeep o il camioncino su cui hanno installato le mitragliere anti-aeree. Con questi veicoli possono andare veloci ma se incontrano le unità lealiste devono aspettare – e sperare – che gli alleati le bombardino.

Guido Olimpio
27 marzo 2011

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