Dopo che gli Stati Uniti hanno rotto gli indugi, minacciando per bocca del presidente Obama un possibile intervento militare per liberare
Napolitano non ha nascosto poi la sua preoccupazione: "Temo che in Libia bisognerà fare i conti con sviluppi imprevedibili allo stato attuale". "La situazione - ha aggiunto - è molto diversa da quella egiziana dove le forze armate sono un'istituzione dotata di una propria autonomia. Lì, nel momento in cui l'esercito si è schierato con la popolazione, il potere della leadership politica è crollato".
Parole dure questa mattina anche dal ministro degli Esteri Franco Frattini. "Gli atti criminali commessi dal regime libico – ha promesso il responsabile della Farnesina - dovranno essere puniti dalla comunità internazionale". "Nessun dialogo potrà mai svilupparsi - ha sottolineato - in presenza di gravi violenze e sistematiche violazioni dei diritti umani, come quelle perpetrate in questi giorni in Libia". Per Frattini, "gli appelli e le decisioni dell'Onu, dell'Europa e della Lega Araba dovranno portare a conseguenze serie per chi continua a violare i diritti basilari delle persone".
Una posizione di apparente fermezza che pare non del tutto in sintonia con i timori espressi sempre oggi dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Mi auguro che l'11 marzo i capi di stato e di governo dell'Unione Europea decidano veramente un'offensiva diplomatica di questi paesi, non solo minacciare di bombardarli - ha osservato il capo del Viminale - perché si ottiene l'effetto opposto, di presentare cioè l'Europa come il nemico e non come l'amico, mettendo questa gente nelle mani degli integralisti e forse, peggio, dei terroristi". Parole, quelle di Maroni, dettate dall'allarme immigrazione. "Ancora oggi le notizie che arrivano da quelle aree - ha aggiunto il ministro dell'Interno - sono di decine di migliaia di disperati, che non sanno dove andare, cosa fare e come sostenersi". Quanto agli effetti che questo potrà avere sull'Italia, Maroni ha chiarito: "Speriamo di prevenire tutto, però c'è il piano B e nel caso dovesse succedere l'ira di Dio tutti devono essere pronti".
Nel frattempo, con una presa di posizione che a Maroni non farà certo piacere, il ministro dell'Interno francese Claude Guéant ha chiesto all'Italia di tenere sul suo territorio gli immigrati tunisini che intendono raggiungere
(04 marzo 2011)
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