mercoledì 6 aprile 2011

Berlusconi contumace, udienza lampo Aggiornamento al 31 maggio


Si è aperto ed è stato subito aggiornato al prossimo 31 maggio come ampiamente previsto il processo a Milano sul caso Ruby a carico del premier. Silvio Berlusconi, assente, è stato dichiarato contumace dai giudici della quarta sezione penale. Il presidente del Consiglio, tramite il suo collegio difensivo, ha fatto avere alla corte una lettera nella quale spiega di non poter essere presente in aula per impegni istituzionali, ma consentendo comunque lo svolgimento dell'udienza. "Fermo restando che è mia intenzione partecipare alle udienze - scrive Berlusconi - consento espressamente, nel caso di specie, trattandosi di prima udienza di smistamento, che si proceda in mia assenza, ancorché impedito, come da certificazione allegata, essendo impegnato per ragioni istituzionali che non mi consentono in alcun modo di essere presente".

Come è noto Berlusconi è accusato di avere avuto rapporti sessuali con Ruby quando la giovane era ancora minorenne, tra il febbraio e il maggio 2010, e di aver fatto pressioni sulla questura di Milano per rilasciare la giovane marocchina nella notte tra il 27 e il 28 maggio dell'anno scorso e per farla affidare alla consigliera regionale Nicole Minetti.

Malgrado sia durata neppure cinque minuti, dall'udienza è emersa comunque una notizia importante. L'avvocato Paola Boccardi, legale di
Karima el Maroug, in arte Ruby, ha annunciato infatti che la sua assistita non si costituirà parte civile nel processo dove è considerata parte offesa rispetto al reato di prostituzione minorile. "Abbiamo deciso di non costituirci parte civile nel processo contro il presidente Berlusconi - ha chiarito la Boccardi - perché questo significherebbe ammettere che Ruby andava ad Arcore a prostituirsi". "Ruby - ha precisato ancora l'avvocato - non andava a prostituirsi ma andava per partecipare a delle serate normali anche se in tutta questa vicenda lei innegabilmente ha subito dei danni di cui non potrà chiedere il risarcimento". Il legale, spiegando di aver sconsigliato a Ruby di essere presente in aula, ha poi aggiunto: "Non ha ritenuto giusto costituirsi parte civile perché ritiene di non aver subito alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore né per aver frequentato il premier". "Per lei - ha concluso il legale - il danno è stato mediatico perché è stata additata in tutto il mondo come prostituta anche se non ci sono in questo senso dichiarazione di alcuna persona ma solo presunzioni".

Non si costituirà parte civile neppure Giorgia Iafrate, uno dei funzionari della polizia che si trovava in Questura la notte della telefonata di Silvio Berlusconi tra il 27 e il 28 maggio. Lo ha confermato, sempre a margine della prima udienza, il suo avvocato Luca Gentili. Non c'erano invece in aula gli avvocati di Pietro Ostuni e Ivo Morelli, gli altri due dirigenti di polizia presenti quella notte.

La notizia è stata accolta naturalmente con soddisfazione dalla difesa di Berlusconi. "Oggi l'elemento significativo dell'udienza è che nessuna persona, né funzionari della questura né la signorina Ruby, si è costituita parte civile", ha commentato l'avvocato Giorgio Perroni, legale del premier, aggiungendo: "Siamo convinti che da questo processo verrà fuori l'estraneità di Berlusconi da tutti e due i reati contestati".

Resta invece aperta la questione degli effetti del voto parlamentare di ieri sul conflitto di attribuzione. La possibilità di presentare un'istanza ai giudici del processo sul caso Ruby per chiedere la sospensione del dibattimento in attesa che venga definita dalla Consulta la questione è "un argomento che valuteremo in queste settimane" ha spiegato ancora Perroni.

Questa mattina, già a oltre un'ora dall'apertura del processo, l'aula era gremita di giornalisti arrivati a Milano da tutti i continenti. Secondo una procedura studiata per l'occasione, a partire dalle 7.40, ciascun cronista è stato identificato e dopo una mezz'ora è stato concesso l'ingresso in tribunale solo su chiamata nominale.

Alle televisioni non è stato consentito però di essere presenti con le loro telecamere. Il procuratore generale di Milano, Manlio Claudio Minale ha infatti mantenuto la sua posizione, confermando da responsabile della sicurezza del palazzo di giustizia il divieto di ingresso a cine-operatori e fotografi. Il no però non è definitivo. Infatti, si sta lavorando a una mediazione per il prosieguo del processo, ammettendo la sola Rai, servizio pubblico, che poi passerebbe le immagini alle altre emittenti.

Per il momento i network internazionali si sono dovuti accontentare di presidiare il piazzale davanti il tribunale, dove centinaia di troupe sono schierate dall'alba.

(06 aprile 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

RUBY, OSSIA "PER GRAZIA RICEVUTA"!